Categorie: Politica scolastica

Chiamata diretta: in Piemonte, una sola notte per decidere, in zona Cesarini

Continuando la nostra navigazione nei siti delle scuole per capire qualcosa di più su come effettivamente si sta realizzando la “chiamata diretta” nel nostro bel (e lungo) Paese abbiamo trovato casi davvero curiosi.

Un caso molto interessante riguarda una scuola piemontese che prevede questa tempistica per le chiamate dei docenti di primaria: il dirigente invierà la proposta entro le ore 18 del giorno 17, mentre il docente dovrà dare il proprio assenso entro le ore 14 del giorno successivo (quella del 18 agosto è fissata dal Miur come “data limite” entro la quale si devono concludere tutte le operazioni di chiamata per infanzia, primaria e secondaria di primo grado).
E’ evidente che la decisione della scuola è assolutamente legittima, dal momento che il Ministero ha lasciato liberi i dirigenti scolastici di definire un proprio calendario.
Ma è altrettanto ovvio che se in quell’ambito le altre scuole chiudono le operazioni di primaria nei giorni precedenti il risultato, quasi scontato, sarà che il dirigente di quella istituzione scolastica non dovrà conferire nessun incarico perchè ben difficilmente ci saranno docenti che aspetteranno la sera del 17 agosto nella speranza di essere ancora chiamati. Quindi il dirigente di quella scuola non correrà nessun rischio di ricorsi o contenziosi.
La soluzione è certamente straordinaria: la legge è perfettamente rispettata, il dirigente ha fatto tutto come prescritto e i posti saranno coperti quasi certamente dall’Ufficio scolastico regionale senza che al dirigente possa essere addebitata né l’inerzia né una gestione sbagliata della procedura; il tutto con grande soddisfazione delle organizzazioni sindacali che dovranno persino ammettere che una trovata così geniale a loro non era neppure passata per la mente. 

Reginaldo Palermo

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