Categorie: Politica scolastica

Chiamata diretta: l’inerzia è davvero una virtù?

Sta facendo rumore la circolare del direttore regionale del Lazio in materia di chiamata dei docenti dagli albi territoriali.

In sostanza il direttore De Angelis sottolinea che i dirigenti scolastici possono chiamare i docenti dagli albi seguendo la procedura definita dal Ministero con le linee guida ma possono anche demandare tutto all’Ufficio scolastico regionale senza il rischio di incorrere in nessuna forma di sanzione.
La nota si basa sostanzialmente sul passaggio del comma 82 della legge 107/2015 in cui si sottolinea che “l’ufficio scolastico regionale provvede al conferimento degli incarichi ai docenti che non abbiano ricevuto o accettato proposte e comunque in caso di inerzia del dirigente scolastico”.
La legge, dunque, non dice che il ds può liberamente scegliere se fare o non fare la chiamata dei docenti, tanto è vero che lo stesso segretario della Flc Mimmo Pantaleo, invitando i dirigenti scolastici chiamare i docenti utilizzando come unico criterio il punteggio, ha chiarito che tale indicazione ha proprio lo scopo di evitare che la mancata pubblicazione degli avvisi di chiamata possa essere fonte di responsabilità per i dirigenti scolastici.
Ma a questo punto, accade che lo stesso Pantaleo, considerato uno dei più intrasingenti oppositori della chiamata diretta, si ritrova addirittura “scavalcato a sinistra” da un dirigente della Amministrazione scolastica.
Tornando sul punto della questione bisogna ricordare che la legge usa esplicitamente il termine “inerzia” che, nel linguaggio amministrativo, non indica certamente un comportamento virtuoso del pubblico dipendente. La giurisprudenza, anzi, è concorde sul fatto che essa rappresenta un comportamente illecito e perseguibile sul piano disciplinare.
Vedremo comunque nei prossimi giorni se il suggerimento del direttore del Lazio sarà seguito dai ds della regione.  Non è neppure da escludere che il Miur intervenga con una propria FAQ sulla questione.

Reginaldo Palermo

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