Più che trasferimenti, il Miur farà delle nomination: giorno di tempo, per decidere se accettare o meno la proposta che arriva dal dirigente.
Con il top dell’innovazione per il Miur è il colloquio via Skype. A sostenerlo, tra l’ironico e l’afflitto, è Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola dopo la diffusione delle linee guida del Miur per il passaggio degli insegnanti dagli ambiti alle scuole.
Eppure, ha ricordato il sindacalista, quelle relative alla chiamata diretta “non sono assunzioni ma mobilità da un posto all’altro. Quel che non si è voluto comprendere – mette in evidenza – è che le persone che faranno domanda di mobilità dagli ambiti alle scuole sono insegnanti di ruolo, così come quelli che non faranno domanda e che comunque saranno trasferiti in una delle scuole dell’ambito”.
E ancora: questi insegnanti, non bisogna ‘riassumerli’, ma vanno solo trasferiti. Per fare questo non c’era alcun bisogno di una lista infinita di requisiti. Bisognava semplicemente predisporre strumenti, pochi, oggettivi per tutti, senza decisioni discrezionali dei dirigenti scolastici.
Riassumiamo: gli insegnanti sono già di ruolo, hanno già esperienza. Hanno chiesto il trasferimento e vengono sottoposti ad un terzo grado, per di più discrezionale, per valutarne le competenze”.
Secondo Turi, il paradosso è che “in base al calendario del Miur”, gli insegnanti “hanno un giorno, un solo giorno di tempo, per decidere se accettare o meno la proposta che arriva dal dirigente. Il top dell’innovazione per il Miur è il colloquio via Skype”.
Per la Uil non ci sono dubbi: ci apprestiamo a vivere “una sorta di nuovo far west alla ricerca delle competenze senza regole certe ed universali che determinerà inevitabilmente il formarsi di scuole di tendenza più caratterizzate dalla moda del momento che da ragioni solide di professionalità docente.
Un errore grave di metodo a cui si aggiunge un altro errore di merito: pensare, infatti, che il lavoro che già si fa nelle scuole sia da cercare fuori, nell’insegnante ideale, è fuorviante e non risponde alla realtà dei nostri istituti che trovano già, nello stesso profilo professionale dei docenti, le risorse per realizzare il piano triennale dell’offerta formativa e i piani di miglioramento da loro stessi adottati. Il ministro e il suo staff dirigenziale hanno scelto di azzerare i risultati ottenuti attraverso il confronto con il sindacato fino a contraddire se stessi nel momento in cui si annuncio la condivisione di metodo nei passaggi”.
“Il risultato è stato una determinazione unilaterale che rinnega il lavoro negoziale e ritorna alla discrezionalità assoluta con tempi peraltro incompatibili con una procedura e un risultato serio di impossibile realizzazione”.
La Uil Scuola ha infine ribadito che “porrà in essere ogni azione, anche unitaria, a tutela e garanzia dei docenti titolari di ambito, a cui vanno garantite, trasparenza ed oggettività di procedura, tali da salvaguardare dignità personale e professionale nella convinzione che ci sono molteplici profili di incoerenza e contraddizioni giuridiche da eccepire nelle sedi deputate”.
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