I dati che arrivano dai sindacati ma anche dallo stesso Ministero sono a dir poco allarmanti: per il prossimo anno scolastico si prevedono almeno 150mila docenti precari assunti per garantire il funzionamento delle scuole. In pratica un docente su 6, forse addirittura uno 5, avrà un contratto a tempo determinato, con tutte le conseguenze del caso (mancanza di continuità didattica innanzitutto).
La questione ha risvolti particolarmente preoccupanti soprattutto perchè in alcune province e per alcune classi di concorso le graduatorie sono ampiamente esaurite, e non da oggi.
Per non parlare dei posti di sostegno non assegnati per il ruolo che ormai, solo casualmente, vengono coperti con precari specializzati.
Nelle province del Nord già nei primi giorni di lezione i dirigenti sono costretti a ricorrere alle graduatorie di istituto per garantire il servizio scolastico, ma molto spesso non bastano neppure quelle e in cattedra vengono chiamati docenti che hanno presentato la cosiddetta MAD, la “messa a disposizione”.
Per “mettersi a disposizione” è sufficiente inviare una semplice mail alla scuola allegando (ma non è obbligatorio) un proprio curricolo. Ovviamente bisogna avere il titolo di studio adeguato, ma alle volte anche senza il titolo si può ottenere una supplenza più o meno lunga: e così con una laurea in lettere si riesce ad avere un posto nella scuola dell’infanzia e con una laurea in informatica si può essere chiamati per una supplenza di inglese alla secondaria di primo grado.
Vale insomma la regola della “domanda e dell’offerta”: se sul territorio noni ci sono docenti “giusti” i dirigenti chiamano quelli che sembrano più adatti.
Ma con criterio vengono assunti i docenti che delle MAD?
In realtà non c’è nessun criterio, ogni scuola si organizza come vuole e come può.
Non c’è nessuna regola da seguire e nessuna graduatoria da rispettare.
Molto spesso i docenti delle MAD vengono chiamati grazie al passaparola: il dirigente della scuola X chiede al collega della scuola Y se l’insegnante Z, che di aver già lavorato nella scuola Y, sia affidabile o se abbia creato problemi.
Oppure l’insegnante AB viene chiamato perchè è figlio di un docente della stessa scuola o perchè ha già collaborato per un progetto finanziato dal Comune o da altri.
Insomma attraverso il meccanismo della MAD il dirigente nomina chi ritiene.
Si potrebbe parlare di “chiamata diretta” ma in realtà non è così perchè nella chiamata diretta il dirigente deve (o meglio doveva) fissare criteri che dovevano essere resi pubblici.
Con la MAD il meccanismo non è discrezionale ma ancora di più
Ma, curiosamente, nessun sindacato formula obiezioni; anzi tutti i sindacati parlano delle MAD come se fossero la cosa più normale del mondo.
Il sospetto è che i sindacati non siano contrari in linea di principio alla chiamata diretta: sono contrari solo se la chiamata diretta è in qualche modo codificata, se però avviene in modo informale va benissimo e se riguarda decine di migliaia di insegnanti pazienza.
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