Sui decreti Madia interviene Cisl Scuola con un significativo comunicato che conferma di fatto quanto stiamo sostenendo da almeno due mesi.
Scrive infatti la segretaria nazionale Maddalena Gissi: “Occorre introdurre agli schemi di decreto le modifiche necessarie perché le principali materie connesse alla condizione e all’organizzazione del lavoro siano riconsegnate senza alcuna ambiguità alla contrattazione”.
Fin dall’inizio della trattativa in materia di mobilità (e anche durante il suo percorso) avevamo scritto che per arrivare ad una conclusione favorevole alle organizzazioni sindacali sarebbe stato necessario un passaggio di carattere legislativo.
Da più parti, al contrario, è stata mantenuta una posizione diversa: è al tavolo contrattuale che devono essere individuate le concrete modalità per derogare alla legge.
Adesso il comunicato Cisl fa chiarezza: “Numerose e pesanti sono state le invasioni di campo su materie di natura contrattuale operate con la legge 107/2015, e questo spiega perché sul rafforzamento delle prerogative negoziali prema con forza la Cisl Scuola”
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C’è l’intesa politica raggiunta il 30 novembre fra Governo e sindacati, sottolinea la Gissi che aggiunge: “Il rischio, segnalato dai responsabili confederali del pubblico impiego, è ad oggi quello di un ulteriore allontanamento rispetto a quanto sottoscritto da Governo e Sindacati in quell’intesa; i sindacati chiedono di rendere più esplicito nei decreti ciò che quell’accordo prevede, ossia che le norme vigenti devono essere modificate in direzione di una chiara e piena affermazione del primato da riconoscere alla contrattazione come fonte regolativa del rapporto di lavoro pubblico”.
Ma c’è di più: “L’impegno del sindacato a questo punto si concentra sul confronto col Governo e con le Commissioni Parlamentari nel corso dell’iter che dovrà portare all’approvazione definitiva dei provvedimenti, con l’obiettivo di ottenerne le necessarie modifiche”.
Dichiarazione che dimostra chiaramente che il sindacato di Maddalena Gissi è pienamente consapevole del fatto che il testo licenziato dal Governo e sul quale il Parlamento sta lavorando non è affatto sufficiente a risolvere i problemi sul tappeto.
A questo punto, però, si pone un ulteriore problema: pur ammettendo che le richieste sindacali vengano accolte, il testo definitivo del decreto sarebbe comunquen pronto e operativo non prima della fine di maggio, troppo tardi per poter essere recepito dal contratto sulla mobilità.
In conclusione: per il 2017/18, la chiamata diretta resterà, se ne parlerà, se del caso, l’anno prossimo.
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