Sulla questione della chiamata diretta si prospetta una via d’uscita e non è detto che davvero non slitti tutto (o quasi) all’anno prossimo.
Come abbiamo già segnalato c’è un punto della legge molto chiaro.
Nei prossimi giorni (a partire dal 29 luglio per le scuole primarie e secondarie di primo grado) i dirigenti scolastici dovranno rendere noti i posti disponibili e i criteri che verranno utilizzati per le chiamate; ma, nel caso in cui i l’avviso non venga pubblicato, toccherà agli Uffici scolastici regionali assegnare i docenti alle scuole. In questa eventualità i docenti verrebbero assegnati in base al punteggio con cui sono stati trattati nella fase della mobilità.
Non è dunque da escludere che i sindacati del comparto scuola promuovano fin dai prossimi giorni una vasta campagna per “convincere” i dirigenti scolastici (o almeno quelli iscritti) ad evitare di attivare la procedura di chiamata diretta con tanto di colloqui e così via.
Una iniziativa del genere sarebbe perfettamente coerente con la posizione mantenuta dai sindacati sia al tavolo contrattuale sia nelle fasi successive alla rottura della trattativa.
Molti dirigenti scolastici potrebbero essere indotti ad aderire a tale proposta anche perchè i sindacati stanno già dicendo che non lasceranno nulla di intentato per bloccare la chiamata diretta. Senza neppure troppi giri di parole un po’ tutti hanno anzi detto che sonon anche pronti a ricorrere contro gli atti dei dirigenti scolastici e, se del caso, a denunciarli per eventuali abusi o irregolarità.
In un contesto del genere è dunque possibile che il mancato avvio della procedura della chiamata diretta venga davvero preso in seria considerazione da molti dirigenti, soprattutto da quelli iscritti ai sindacati confederali.
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