Il dibattito sulla questione della abolizione della chiamata diretta prosegue anche durante il week end.
In queste il segretario Unicobas Stefano d’Errico ritorna sull’argomento con un lungo intervento e riapre la polemica con la senatrice 5S Bianca Laura Granato.
La vicenda viene così riassunta d’Errico: “L’on. Granato decide di scrivere un ddl contro la chiamata diretta appena saputo che ne stava scrivendo uno l’On. Mario Pittoni della Lega. Nel Ddl Pittoni c’era solo l’abolizione della chiamata diretta ma nulla sugli ‘annessi e connessi’, introdotti sempre con la chiamata diretta”.
Secondo d’Errico, però, il problema sta proprio negli annessi e connessi: per cancellare davvero l’impianto previsto dalla legge 107 ci vogliono regole che impediscano ai dirigenti di “spostare punitivamente e senza placet né spiegazioni sul limbo dell’organico ‘potenziato’ (declassati a fare supplenze) i docenti ante-legem mala-scuola”.
Senza dimenticare la mancanza di regole che non consentano di usare il personale docente e Ata indifferentemente su una qualunque delle scuole che aderiscono ad una rete.
“Regole – sottolinea d’Errico – quanto mai necessarie perché il futuro delle reti ex L. 107 è proprio quello di agire spostando nella scuola ‘capofila’ (che peraltro gestirà anche l’aggiornamento di tutti) buona parte del lavoro di segreteria delle altre, con qualche amministrativo in più nella prima, ma riducendo pesantemente l’organico Ata delle restanti scuole della rete”.
Il segretario Unicobas mette quindi in evidenza che nel testo originario del ddl Granato, questi problemi venivano risolti, anche grazie al fatto che egli stesso aveva suggerito alla senatrice 5S due disposizioni molto chiare:
1) ‘Il personale docente già titolare su cattedra alla data di entrata in vigore della presente legge non può essere assegnato, salva esplicita richiesta, ai posti di potenziamento’.
2) La possibilità delle scuole di sottoscrivere accordi di rete ma a condizione che l’accordo non prevedesse l’impiego di personale docente ed ata di altre scuole della rete.
Al momento dell’avvio delle audizioni le cose sono però andate diversamente: tutti (dall’Anp ai sindacati del comparto) hanno chiesto l’eliminazione di entrambe le disposizioni inserite nel Ddl Granato.
“Ma ciò – afferma d’Errico – era scontato: tutti sanno che questi soggetti sono molto vicini al PD ed al precedente governo e che la ANP non ha nessuna intenzione di perdere il potere discrezionale ottenuto dai dirigenti grazie alla L. 107/15. Ciò che non era per nulla scontato è che il Ddl venisse autoemendato dalla maggioranza di governo e persino dal suo primo firmatario, l’On. Granato dei 5 Stelle, sino a ridurlo praticamente una copia del Ddl depositato dall’On. Pittoni della Lega”.
La polemica con la senatrice 5S quindi è aperta: “La Granato – afferma d’Errico – faceva prima a non presentare nulla. Inoltre non ha rispettato gli impegni presi con l’Unicobas, che aveva collaborato alla stesura del ddl. Peso determinante nella vicenda l’hanno avuto anche gli altri senatori dei 5 Stelle, gli ambienti del Ministero ed il sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano”.
“In realtà – conclude il segretario Unicobas – è stata eliminata la ‘chiamata diretta’, ma è un ‘aggiustamento’ solo di facciata. La chiamata diretta non la vogliono neppure i dirigenti scolastici ed era stata già smontata per via contrattuale. Sono invece rimasti gli altri gravissimi istituti della ‘Cattiva sQuola’ a partire dalla facoltà di gestire l’organico ad insindacabile piacimento dei dirigenti”.
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