Il sistema escogitato dal Miur sul passaggio dei docenti dagli ambiti alle scuole scontenta tutti. “È inaccettabile e lo impugneremo” dichiara in un comunicato il segretario generale di Snals-Confsal Marco Paolo Nigi.
Il no alla chiamata diretta è un coro all’unisono da parte sindacale. “Il testo delle linee guida elaborate dal Miur ha carattere orientativo, tranne che per la tempistica, e lascia campo libero alla discrezionalità del dirigente scolastico”, afferma Nigi. “Quanto proposto, oltre a non avere la necessaria trasparenza, prevede modalità e tempi che non hanno i requisiti della la fattibilità, tanto da non poter garantire un regolare inizio dell’anno scolastico”. “Auspico un’unità di azione dei sindacati che hanno agito concordemente in questo lungo percorso”, conclude Nigi.
La strada indicata è quella delle impugnative sul piano giurisdizionale, perché i provvedimenti in corso di emanazione vanno a toccare diversi principi costituzionali, dalla libertà di insegnamento all’imparzialità e trasparenza della Pubblica Amministrazione, al concorso pubblico, che generalmente non è inteso come chiamata diretta secondo requisiti e criteri più o meno discrezionali.
Oltretutto la tempistica comunicata dall’amministrazione è davvero strettissima. Il procedimento inizia con la pubblicazione degli avvisi da parte delle scuole entro il 25 luglio per la Scuola dell’infanzia e primaria , entro il 2 agosto per la secondaria di primo grado, e il 12 agosto per la secondaria di secondo grado. I docenti interessati hanno pochi giorni di tempo per presentare le candidature. I dirigenti pochi giorni per valutarle, fare eventuali colloqui, scegliere, formalizzare la proposta di incarico triennale. I docenti dovranno poi formalizzare l’accettazione.
Il tutto dovrà concludersi entro l’8 agosto per la Scuola dell’infanzia e primaria, entro l’11 agosto per la secondaria di primo grado, entro il 10 settembre per la secondaria di secondo grado. Fioccheranno i ricorsi? Pare proprio di sì.
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