Categorie: Politica scolastica

Chiamata diretta: stop ai colloqui, tornano le graduatorie

Per assegnare alle scuole i docenti titolari sugli ambiti non si faranno più i colloqui e verranno ripristinati, almeno in molti casi, punteggi e graduatorie.
Lo spiegano chiaramente le linee guida predisposte dai sindacati del comparto (Cgil, Cisl, Uil e Snals) con un ricco “kit” inviato ai dirigenti scolastici e alle RSU.
Si ritorna al “protagonismo degli organi collegiali”, annunciano i sindacati.
Ovviamente resta da vedere se i ds iscritti a Cgil, Cisl, Uil e Snals si adegueranno alle indicazioni dei propri sindacati o se si atterranno al testo della ipotesi contrattuale dell’11 aprile che non parla né di punteggi, nè di eliminazione dei colloqui che sono invece pienamente giustificati dalla legge 107.
Si attende anche di sapere cosa ne pensa in merito l’Anp che certamente nelle prossime ore non mancherà di far conoscere la propria posizione.
Ad ogni modo il “kit” sindacale è molto dettagliato e minuzioso e non lascia molto spazio né alle interpretazioni né tanto meno alla autonomia delle istituzioni scolastiche.
In tutto questo i sindacati non forniscono però indicazioni precise sulle scadenze e non spiegano in che modo  i collegi dei docenti potranno deliberare senza conoscere i dati relativi all’organico.
Anzi, la regola contenuta nel contratto (i collegi deliberano conoscendo i numeri dell’organico) sembra ormai dimenticata per lasciare spazio ad altri criteri non presenti nel contratto stesso.

 

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In concreto, si legge nelle “linee guida”, i collegi dovranno individuare 6 requisiti fra i 18 previsti dal CCNI dell’11 aprile; a questo punto i ds attribuiranno l’incarico al docente con il maggior numero di requisiti e, in caso di parità, dovranno attenersi ai criteri fissati dal collegio dei docenti che, sempre a parere dei sindacati, dovranno fare inevitabilmente riferimento al punteggio della mobilità.
Va osservato che un meccanismo del genere non servirà certamente a “valorizzare” i docenti che hanno maturato specifiche competenze per più anni: infatti il requisito “insegnamento in progetti di integrazione/inclusione” può riguardare l’esperienza di un anno come una pratica decennale in scuole situate in zone a rischio, ma – usando la logica proposta dai sindacati –  le due situazioni sarebbero del tutto equiparate.
Come si è detto, secondo i sindacati nelle proprie delibere i collegi dovrebbero indicare che a parità di requisiti varrà il punteggio della mobilità.
Sempre secondo i sindacati i dirigenti non potranno in alcun modo utilizzare i colloqui.
Si tratta ora di capire se effettivamente i dirigenti scolastici iscritti ai sindacati del comparto seguiranno puntualmente le indicazioni contenute nel kit o se decideranno in autonomia.
Va anche rilevato che in non pochi istituti comprensivi i collegi dei docenti sono già stati convocati e hanno già deliberato, ovviamente senza seguire le indicazioni sindacali che sono state rese note solo poche ore fa.

Reginaldo Palermo

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