Sta parzialmente naufragando il meccanismo di gestione della cosiddetta chiamata diretta previsto dalla ipotesi di contratto sottoscritto 45 giorni fa da Ministero e sindacati.
A mettere sabbia nell’ingranaggio che Cgil, Cisl, Uil e Snals avevano costruito con il Miur sono stati soprattutto Cobas e Unicobas che fin dai primi giorni del mese sono impegnati a diffondere una proposta di delibera con la quale i collegi dei docenti dichiarano di non avere intenzione di definire alcun criterio per la chiamata.
Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, non usa mezzi termini: “Il collaborazionismo che i quattro sindacati vorrebbero imporre ai collegi dei docenti non cambia di una virgola la sostanza della ‘chiamata diretta’, perché ciò che la rende inaccettabile è che sia il preside a scegliersi i docenti, nonché la triennalizzazione e precarizzazione del rapporto di lavoro”. “Si tratta dei quattro sindacati – aggiunge Bernocchi – di un grave, oltre che ridicolo, tentativo di coinvolgere i docenti, facendo legittimare dal collegio una norma così distruttiva e contestata”.
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I Cobas mostrano l’elenco di almeno 120 scuole di tutta Italia (moltissime a Pisa, a Roma e in Sardegna) nelle quali i collegi si sono pronunciati contro la definizione dei criteri.
L’Unicobas parla di altre decine di scuole, soprattutto in Sicilia, Lazio e Toscana, in cui i docenti si sono espressi in modo analogo.
“La risposta che arriva dalle scuole – sottolinea il segretario nazionale Stefano d’Errico – è chiara: i docenti sono contro la chiamata diretta e non ci stanno a farsi prendere in giro dai sindacati pronta-firma che in realtà fin dall’inizio si sono mostrati interessati a cogestire con il Ministero una riforma sbagliata e dannosa più che a lavorare per cancellarla”.
“In diverse scuole – aggiunge poi Bernocchi – ci sono anche presidi che stanno già dichiarando di voler rinviare tutto all’Ufficio regionale che, come peraltro previsto dalla stessa ipotesi contrattuale, dovrà effettuare le chiamate dei docenti in caso di inerzia dei ds. Ben vengano tanti altri/e presidi inerziali”.
E forse siamo solo all’inizio, perché per il momento le delibere riguardano soprattutto i circolo didattici e gli istituti comprensivi. Nel mese di giugno dovranno pronunciarsi anche le scuole superiori.
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