Mentre sono in corso a Montecitorio le audizioni delle deleghe della legge n. 107/2015 e si sta concludendo l’iter della mobilità per l’anno scolastico 2017/2018, il Miur ha inteso confermare la famigerata “Chiamata diretta” attutendone soltanto i colpi.
Tuttavia le acque sono molto agitate e questo fa infuriare i sindacati sia sul metodo che sulla mancanza di chiarezza da parte di viale Trastevere.
La “chiamata diretta” che fa parte dell’impianto della “Buona Scuola” rappresenta l’ennesimo duro colpo assestato al mondo della scuola che dalla riforma renziana esce con le ossa rotte e ancor più frantumata tanto che ormai tutti gli operatori scolastici hanno perso completamente il bandolo della matassa e sperano poco che possa ricomporsi.
Inoltre, la questione della “chiamata” diretta mette a dura prova non soltanto i dirigenti scolastici che devono ancora una volta cimentarsi su articoli e commi delle disposizioni legislative e ministeriali spesso contraddittorie, elusive ed evasive che danno luogo ad una miriade di interpretazioni, che le segreterie scolastiche sono costrette sobbarcarsi un onere di lavoro non indifferente.
L’istituto della “chiamata diretta” ha scoppiare un vero e proprio boomerang con ricadute negative sul personale scolastico. Sarebbe il caso per il Ministero di fermarsi in questa folle corsa a mettere in atto ciò che è previsto dalla contrastata legge della Buona Scuola e dare ascolto alle varie componenti che vivono il mondo della scuola, nonché ai sindacati che sembrano essere la ruota di scorta del Ministero dell’Istruzione.
Le riforme vanno fatte, ma con la testa non con i piedi solo per dare una risposta positiva all’Europa e per dire che abbiamo anche noi le carte a posto e ci siamo messi in regola.
L’istituto della chiamata diretta così come è stata concepita si sta rivelando un guazzabuglio da terzo mondo, in quanto ha creato solo confusione totale, incertezza, paura, disorientamento, ansia.
Vorremmo, anche da parte del Miur maggiore chiarezza e puntualità perché i problemi della società contemporanea solo molto più gravi di quelli della “chiamata diretta”.
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