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Chiamata per punteggio: il rischio di ricorsi resta sempre

L’appello ai dirigenti scolastici lanciato da Mimmo Pantaleo sulla questione della chiamata diretta merita un approfondimento.

Se i dirigenti non vogliono correre il rischio di esposti e ricorsi – sostiene in sintesi il segretario nazionale della Flc-Cgil – possono selezionare i docenti utilizzando esclusivamente il punteggio senza fare riferimento ad eventuali titoli culturali o di studio.
Ma è proprio così?  Francamente ci sembra che si possa nutrire più di un dubbio.
Intanto c’è una questione preliminare da affrontare: per poter selezionare i docenti il d.s. dovrà pubblicare un avviso sul sito della scuola, indicare i profli su cui verranno fatte le chiamate e precisare i criteri. Ovviamente il tutto dovrà essere coerente con il Piano dell’offerta formativa della scuola. 
A questo punto il ds che intende utilizzare solo il punteggio dovrà necessariamente dichiarare fin da subito che in quella scuola si farà riferimento solo al punteggio.
L’intero procedimento potrebbe risultare illegittimo fin dall’origine perchè la legge è molto chiara: i posti vanno coperti rispettando le esigenze evidenziate nel PTOF.
Facciamo un esempio concreto.
Nella scuola X è disponibile un posto per insegnante di primaria con competenze in lingua inglese e gestione dei disturbi di apprendimento.  
L’insegnante Y (2-3 di servizio, laurea in lingua e letteratura inglese, un master universitario in materia di DSA), presenta la propria candidatura ma viene scartata perchè la scelta ricade sulla docente Y (4 anni di servizio e nessuno titolo specifico).
L’insegnante Y, almeno a parere di chi scrive, potrebbe legittimamente presentare un ricorso perchè il provvedimento del dirigente risulta quanto meno viziato per illogicità: non si può, infatti, proporre un “bando” per un posto con determinate caratteristiche e poi coprire il medesimo posto con un docente che quelle caratteristiche non possiete pur avendo a disposizione un docente “titolato”.
Insomma, il “suggerimento” di Pantaleo è certamente comprensibile sotto il profilo della dialettica sindacato-ministero, ma non dà molte garanzie ai dirigenti scolastici che decideranno di seguirlo.  Anzi, tutto sommato ci sembra una strada pericolosa e rischiosa.

Reginaldo Palermo

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