Si parla ancora delle manganellate di venerdì 23 febbraio a Pisa da parte della Polizia nei confronti degli studenti. Qualche giorno fa abbiamo riportato una riflessione del filosofo Paolo Ercolani, pubblicata su Il Fatto Quotidiano.
Chiara Ferragni ospite da Fabio Fazio
Ecco le sue parole: “Che l’Italia non sia un paese per giovani è cosa risaputa da tempo, anche senza consultare i dati sconfortanti che suggellano la gerontocrazia imperante. Il guaio è che non è neppure un paese per individui forniti di pensiero critico o anche soltanto buon senso minimo, mentre in compenso è quello in cui vengono fatti prosperare furbi, incompetenti e fuorilegge”.
Ercolani ha collegato questo tema con l’ospitata di Chiara Ferragni, in piena crisi reputazionale, di oggi, 3 marzo, all’interno del programma “Che Tempo Che Fa“, in onda sul Nove, condotto da Fabio Fazio.
“Popolo che si vorrebbe sprovvisto di pensiero critico”
“Sempre i nostri giovani che dovrebbero essere attrezzati al pensiero critico si trovano di fronte alla più celebrata (e seguita) trasmissione rappresentativa della galassia progressista (‘Che Tempo Che Fa‘, condotta da Fabio Fazio), che, a mo’ di premio per le recenti azioni assai poco commendevoli (fra le altre cose è indagata per truffa aggravata), decide di invitare Chiara Ferragni a pontificare come una stella che brilla di luce sacra e autorevole. La stessa Ferragni che, qualche giorno fa, ha potuto rilasciare un’intervista fiume al primo giornale italiano. Tutto legittimo, per carità, salvo il messaggio che arriva chiaro e forte ai nostri ragazzi. C’è da aver paura anche solo a nominare il pensiero critico. Figuriamoci a metterlo in pratica. A meno che non sei una celebre influencer e lo fai passare come beneficenza nei confronti di un popolo che in realtà si vorrebbe sempre più sprovvisto proprio di pensiero critico”, ha detto, durissimo.
Chiara Ferragni, il pandoro e gli errori di comunicazione: come evitare equivoci anche a scuola? La risposta di due docenti
“La comunicazione è un processo circolare, si svolge tra le persone e proprio tra le persone prende senso. Ed è questo senso, più o meno compreso, che in realtà crea quell’equivoco che è sempre dietro l’angolo. Ad esempio abbiamo portato il gioco del telefono senza fili che si può proporre come laboratorio in classe, per far capire quanto un difetto di attenzione possa portare a non comprendere l’altro”: queste le parole di Rossella Nocera, docente del liceo Pascarino di Marsala (TR), pronunciate ai nostri microfoni a Fiera Didacta, edizione siciliana, lo scorso ottobre.
Cosa sono gli errori di comunicazione?
Si è parlato moltissimo di errori di comunicazione, frase usata dall’imprenditrice digitale Chiara Ferragni in un video di scuse dopo la diffusione della notizia relativa alla multa dell’Antitrust nei confronti proprio delle sue società per un totale di un milione di euro in merito alla vendita di pandori brandizzati per “pratica commerciale scorretta”.
Ma cosa sono gli errori di comunicazione? Perché è importante evitare equivoci sia nella lingua parlata che in quella scritta? Di questo abbiamo parlato con la docente Nocera e la sua collega Ivona Pellegrino. Ecco cosa ha detto quest’ultima: “Spesso gli errori di comunicazione si riflettono anche nella scrittura. Ad esempio, un uso scorretto della punteggiatura oggi può esprimere visioni e opinioni diverse rispetto a quelle che si volevano formulare. La comunicazione scritta in chat o sui social è veicolo di errori comunicativi ad esempio. L’uso errato delle virgole o dei segni di interpunzione può generare dei malintesi che possono intaccare anche le relazioni”. Al video l’intervista integrale.