Attualità

Chiara Ferragni e l’invito di Liliana Segre per sensibilizzare i giovani alla Shoah, ma il Codacons insorge

La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio della seconda guerra mondiale, all’età di 91 anni non si ferma nella sua missione di veicolare il messaggio per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. E questa volta lo fa attraverso un nuovo mondo, quello degli influencer, chiamando in causa Chiara Ferragni, l’imprenditrice digitale con milioni di followers in tutto il mondo.

L’invito di Liliana Segre a Chiara Ferragni

In una intervista a la Repubblica, la senatrice lancia un invito: “Mi piacerebbe molto incontrare Chiara Ferragni e invitarla a visitare con me il Memoriale della Shoah di Milano… Ho visto che si è impegnata con il marito su diversi temi di importanza sociale, è sicuramente una donna attenta anche ad argomenti diversi da quelli che riguardano il suo lavoro legato alla moda”.

La Ferragni, subito dopo la fine del lockdown nel luglio 2020, era stata invitata agli Uffizi, lo storico museo fiorentino aveva registrato un boom di visitatori, con un +27% di giovani. E sono proprio quest’ultimi coloro che la senatrice vorrebbe sensibilizzare alla memoria dell’Olocausto.

Al momento l’influencer non ha risposto all’invito, ma il marito, il cantante Fedez, con un tweet ha invitato Liliana Segre alla sua seguitissima trasmissione Muschio Selvaggio, proprio per parlare dell’argomento.

Il Codacons non ci sta: “confondere la quantità con la qualità, privilegiando la prima a danno della seconda”

Non si sono risparmiate le polemiche per questo gesto e il primo ad insorgere è il Codacons, il cui scontro con i Ferragnaz è noto a tutti.

Carlo Rienzi, presidente del Codacons ha, infatti, dichiarato: “Quando ho letto le Sue dichiarazioni riguardanti Chiara Ferragni e la memoria della Shoah sono rimasto di stucco. Confondere la quantità con la qualità, privilegiando la prima a danno della seconda. Non pensa che proprio la formula scelta per aumentare la partecipazione svuoterebbe del tutto la portata culturale umana e storica della cosa?”

E si domanda se “sia il caso di mescolare un vissuto così doloroso e straziante, un universo di umanità sofferente e sconfitta che va sempre tutelato e difeso, con un messaggio di segno opposto, fatto di abiti firmati, griffe alla moda e opulenza dichiarata”.

Redazione

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