“La comunicazione è un processo circolare, si svolge tra le persone e proprio tra le persone prende senso. Ed è questo senso, più o meno compreso, che in realtà crea quell’equivoco che è sempre dietro l’angolo. Ad esempio abbiamo portato il gioco del telefono senza fili che si può proporre come laboratorio in classe, per far capire quanto un difetto di attenzione possa portare a non comprendere l’altro”: queste le parole di Rossella Nocera, docente del liceo Pascarino di Marsala (TR), pronunciate ai nostri microfoni a Fiera Didacta, edizione siciliana lo scorso ottobre.
In questi giorni si parla moltissimo di errori di comunicazione, frase usata dall’imprenditrice digitale Chiara Ferragni in un video di scuse dopo la diffusione della notizia relativa alla multa dell’Antitrust nei confronti proprio delle sue società per un totale di un milione di euro in merito alla vendita di pandori brandizzati per “pratica commerciale scorretta”.
Ma cosa sono gli errori di comunicazione? Perché è importante evitare equivoci sia nella lingua parlata che in quella scritta? Di questo abbiamo parlato con la docente Nocera e la sua collega Ivona Pellegrino. Ecco cosa ha detto quest’ultima: “Spesso gli errori di comunicazione si riflettono anche nella scrittura. Ad esempio, un uso scorretto della punteggiatura oggi può esprimere visioni e opinioni diverse rispetto a quelle che si volevano formulare. La comunicazione scritta in chat o sui social è veicolo di errori comunicativi ad esempio. L’uso errato delle virgole o dei segni di interpunzione può generare dei malintesi che possono intaccare anche le relazioni”. Al video l’intervista integrale.
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è sentita di intervenire, anche senza fare direttamente il nome dell’influencer, sulla faccenda. La vicenda effettivamente sta avendo moltissima risonanza, vista anche la popolarità della moglie di Fedez, seguita da quasi 30 milioni di followers, molti dei quali giovanissimi.
Ovviamente si è aperto il dibattito: qual è l’esempio che viene dato ai giovani, in tempi di frequentissimi ricorsi al Tar alla prima bocciatura, in tempi di atti di violenza al primo fallimento, al primo no? Ecco un post su X emblematico: “Nell’universo distopico di Chiara Ferragni basta pagare e tutto si può comprare, tutto è in vendita: non solo ghiandole mammarie e glutei, ma pure la fama di benefattrice in luogo di quella di ingannatrice. È questo il modello educativo per le nuove generazioni di questa società?”.
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