Nel comunicato inviato da Davide Cervellin, presidente dell’A.p.e. (Associazione persone per l’emancipazione, la cui sede operativa si trova presso il Centro Efesto – Centro europeo per l’autonomia delle persone disabili di Loreggia, in provincia di Padova), viene ricordato come il periodico per ciechi "La settimana in braille" fu pubblicato a partire dal 1997 da una società a responsabilità limitata. L’editore scoprì a proprie spese che le carte in braille, costose da stampare, possono circolare con esenzione del pagamento delle tasse postali soltanto se nel caso rappresentino scambi fra privati o sono edite da onlus, organizzazioni non lucrative di utilità sociale.
Visto che la situazione non si sbloccava, l’editore ha sciolto la società ("Tema srl") e seguendo le indicazioni, ricevute – secondo quanto comunicato da Cervellin – dall’Ente Poste, è stata costituita un’associazione onlus (l’A.p.e.). Qualche settimana fa, però, è giunta al presidente dell’A.p.e. una lettera della direzione di Padova (località da dove dovrebbe partire la rivista) dell’Ente Poste, nella quale è scritto (citiamo il comunicato inviato dalla stessa A.p.e): "… Circa la possibilità di ottenere l’autorizzazione a spedire in esenzione il settimanale in oggetto, è stato ribadito dalla Divisione Corrispondenza che l’esenzione della tassa prevista dalle norme vigenti per i ciecogrammi ed invii ad essi assimilati non è estensibile alle pubblicazioni (giornali, periodici, rotocalchi, quotidiani o stampe speciali) seppure ad esclusivo uso di persone non vedenti, editi da società editrici che, sia per oggetto sociale che per scopo istituzionale risultano essere differenti dagli istituti per ciechi riconosciuti, diversamente tutelati dalla legge".
Il presidente del’A.p.e. ed il direttore responsabile della rivista "La settimana in braille" sottolineano che hanno quindi appreso con stupore che per l’esenzione non serviva una onlus ma un istituto.