Emanata la nota del Miur (n. 2563 del 22 novembre) che fornisce ulteriori indicazioni e chiarimenti relativamente alla direttiva del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale sull’inclusione” sulla base, come si evince dalla circolare, “delle richieste pervenute dalle scuole e dalle esigenze rappresentate dal personale docente e dai dirigenti scolastici”.
Il Miur richiama l’attenzione su diversi punti: ad esempio viene chiarita la distinzione tra ordinarie difficoltà di apprendimento, gravi difficoltà e disturbi di apprendimento. Se le ordinarie difficoltà possono essere osservate per periodi temporanei in ciascun alunno, quelle più gravi hanno carattere più stabile e per le concause che le determinano presentano un maggior grado di complessità. Il disturbo d’apprendimento, invece, ha carattere permanente e base neurobiologica. La direttiva del 27 dicembre, dice il Ministero, ha voluto fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui è presente un disturbo clinicamente fondato. In secondo luogo si sono volute ricomprendere altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà d’apprendimento, per le quali dagli stessi insegnanti sono stati richiesti strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica.
Il Miur specifica, inoltre, che per gli alunni con cittadinanza non italiana è stato già chiarito con la circolare ministeriale n.8/2013 che essi necessitano anzitutto di interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione tramite un Piano didattico personalizzato. Il Piano annuale per l’inclusività, chiariscono da Viale Trastevere, deve essere inteso come un momento di riflessione di tutta la comunità educante, non dunque come un ulteriore adempimento burocratico, ma quale integrazione del Piano dell’offerta formativa, di cui è parte sostanziale. Le indicazioni relative alle modalità organizzative della scuola, incluso il gruppo di lavoro per l’inclusività, sono da intendersi come suggerimenti operativi. In particolare, in relazione alle riunioni del gruppo, le scuole definiranno tempi e modalità degli incontri anche sulla base di un congruo periodo di osservazione degli alunni in ingresso.
Il Miur richiama l’attenzione su diversi punti: ad esempio viene chiarita la distinzione tra ordinarie difficoltà di apprendimento, gravi difficoltà e disturbi di apprendimento. Se le ordinarie difficoltà possono essere osservate per periodi temporanei in ciascun alunno, quelle più gravi hanno carattere più stabile e per le concause che le determinano presentano un maggior grado di complessità. Il disturbo d’apprendimento, invece, ha carattere permanente e base neurobiologica. La direttiva del 27 dicembre, dice il Ministero, ha voluto fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui è presente un disturbo clinicamente fondato. In secondo luogo si sono volute ricomprendere altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà d’apprendimento, per le quali dagli stessi insegnanti sono stati richiesti strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica.
Il Miur specifica, inoltre, che per gli alunni con cittadinanza non italiana è stato già chiarito con la circolare ministeriale n.8/2013 che essi necessitano anzitutto di interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione tramite un Piano didattico personalizzato. Il Piano annuale per l’inclusività, chiariscono da Viale Trastevere, deve essere inteso come un momento di riflessione di tutta la comunità educante, non dunque come un ulteriore adempimento burocratico, ma quale integrazione del Piano dell’offerta formativa, di cui è parte sostanziale. Le indicazioni relative alle modalità organizzative della scuola, incluso il gruppo di lavoro per l’inclusività, sono da intendersi come suggerimenti operativi. In particolare, in relazione alle riunioni del gruppo, le scuole definiranno tempi e modalità degli incontri anche sulla base di un congruo periodo di osservazione degli alunni in ingresso.
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