Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, intervistato dal Messaggero sui motivi della richiesta di trasferimento del preside del liceo Tasso di Roma, ha risposto: “È una vicenda che mi ha colpito. Perché Paolo Pedullà è un preside molto stimato e preparato ed è uomo di quella sinistra autenticamente democratica e liberale, ormai sempre più rara, che ha il culto del rispetto della persona, delle regole e dei beni pubblici. Spiace che per comportamenti immaturi e irresponsabili di una minoranza molto lontana dai valori democratici sia stato costretto a chiedere il trasferimento dal liceo Tasso ad altra scuola. A lui va la mia piena solidarietà”.
Tuttavia, per Valditara il motivo è da ricercare nei confronti di minoranze di studenti e di genitori che vogliono comandare dentro le scuole: “Il problema vero è che praticano una militanza molto amplificata dai media. Il genitore che ha a cuore la serietà dell’insegnamento e il buon uso della scuola come luogo didattico, come luogo di crescita e di vita, spesso non si fa sentire. E alla fine subisce la prepotenza e l’arroganza delle minoranze rumorose”.
Per questo “Servono apertura, dialogo, democrazia e civiltà. Nella scuola e in ogni altro ambito”, mentre relativamente al voto in condotta per scoraggiare azioni contro le regole, spiega che l’introduzione di misure più severe vuole “ridare autorevolezza ai docenti e per responsabilizzare gli studenti. Una cittadinanza matura implica doveri, oltre che diritti, e la consapevolezza di appartenere ad una comunità che richiede comportamenti solidali, ispirati alla cultura del rispetto, indispensabile per contrastare le varie forme di bullismo, e di violenza”
“Per chi fa il bullo, per chi picchia il compagno di classe, per chi non rispetta e addirittura aggredisce l’insegnante- spiega ancora Valditara-, per chi fa atti di vandalismo a scuola e quindi danneggia un bene pubblico, sono previste attività di cittadinanza solidale, per esempio: un periodo di lavoro nelle mense per i poveri, o negli ospedali, o nelle case di riposo”.
E ancora: “Non sarà più possibile usare il cellulare per scopi didattici, fino alla terza media. Lo si potrà utilizzare soltanto per esigenze legate alla disabilità e ai disturbi di apprendimento. Per il resto, il telefonino in questa fascia scolastica lo si potrà portare ma va lasciato in un cassettino o nella borsa. Quanto alle scuole superiori, lì non è possibile utilizzarlo in classe, se non per fini didattici e con l’autorizzazione del docente”.
“Uno strumento importante per personalizzare la didattica– spiega Valditara- sarebbe l’Intelligenza Artificiale. A questo riguardo abbiamo deciso di avviare in alcune scuole un progetto per sperimentare, a partire dall’anno scolastico 2024-2025, assistenti basati sulla AI. L’obiettivo di questo progetto pilota è valutare l’efficacia di questi assistenti nel migliorare le performance degli studenti, identificare le migliori pratiche per integrare l’intelligenza artificiale nella didattica quotidiana, garantire che l’utilizzo dell’AI sia etico e rispettoso della privacy degli studenti e dei docenti, assicurare che l’intelligenza artificiale sia utilizzata come strumento di supporto mantenendo però il docente sempre al centro. La scuola è innanzitutto una comunità umana e il ruolo del docente è sempre decisivo. Investiamo anche 25 milioni di euro per utilizzare la intelligenza artificiale al servizio di studenti con disabilità. Bisogna piuttosto evitare che l’intelligenza artificiale venga usata come strumento di deresponsabilizzazione. Sappiamo che molto frequentemente gli studenti fanno i compiti a casa utilizzando l’intelligenza artificiale. E questo non va bene”.
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