Anna Maria Serafini, coordinatrice nazionale del Piano per la Child Guarantee, con una lettera inviata alle ministre Eugenia Roccella e Elvira Calderone, ha comunicato di ritenere esaurita la sua missione, perché il Governo, dopo mesi dal suo insediamento, non l’ha messa nelle condizioni di poter esercitare il suo ruolo ma non l’ha nemmeno sostituita.
Una mancata operatività che dimostrerebbe poco interesse al fatto che l’Italia è uno dei Paesi europei in cui la povertà minorile è più elevata, tanto da essere stata scelta negli anni scorsi come uno dei 7 Paesi in cui realizzare una “Child Guarantee pilota”: i dati attestano che il rischio di povertà e di esclusione colpisce in Europa il 22% dei minorenni, mentre in Italia arriviamo al 27,7% dei ragazzi fino a 16 anni, più di uno su quattro.
Dice ancora Serafini, come riporta Vita.it: “Non sono stata messa in grado di riunire mai né la Cabina di regia né il Gruppo di lavoro. Ho atteso perché capisco che quando un nuovo Governo si insedia servono dei tempi tecnici, anche per le deleghe, ma ora prendo atto che ogni decisione relativa alla Child Guarantee è stata rinviata. Non ho mai chiesto di rimanere, ho sempre chiesto solo che le cose si muovessero”.
Invece tutto è sostanzialmente fermo. Benché il 21 aprile la viceministra Maria Teresa Bellucci sia volata a Sofia per la riunione di alto livello promossa dalla Commissione europea in collaborazione con l’Unicef a conclusione della terza fase pilota del Sistema europeo di Garanzia dell’infanzia (Child Guarantee) “Leading the way to Europe children”.
E infatti nel Piano nazionale sono previsti (e finanziati) obiettivi come scuole dell’infanzia e mense scolastiche gratuite fino alla fine della secondaria di I grado, con la gratuità da raggiungere entro il 2030 ma da avviare gradualmente già dall’anno scolastico 2022/23, il tempo pieno in tutto il Paese, 60 milioni di euro per nuovi Cag per gli adolescenti, un nuovo Tavolo sulla salute mentale degli adolescenti che andava costituito entro il 2022 per poi arrivare ad elaborare un nuovo modello di intervento entro il 2023; il rafforzamento dei servizi di Psicologia dell’età evolutiva e di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, con la previsione del reclutamento di personale destinato ai servizi in questione; un maggiore investimento sul post adozione. Ma di tutto ciò non si sarebbe fatto nulla, riporta Vita.it
Siamo a maggio, non c’è più tempo da sprecare, precisa Vita.it. E l’errore peggiore sarebbe quello di pensare che questo è il piano del governo Draghi e non invece il Piano dei bambini e dei ragazzi, il Piano dell’Italia da qui al 2030, per metterci alle spalle le disuguaglianze.
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