L’ex deputata del M5S Silvia Chimienti, dal suo profilo facebook ha riassunto, in dieci punti, i risultati del mandato al Miur del leghista Marco Bussetti.
1) Non aver ottenuto nemmeno un euro di stanziamenti in più per l’istruzione nella legge di bilancio.
2) Aver aumentato gli stipendi dei dirigenti scolastici ma non quelli dei docenti.
3) Aver introdotto – a costo zero – la fantomatica educazione civica nelle scuole, che esisteva già.
4) Aver paventato l’introduzione delle telecamere nelle scuole per videosorvegliare le maestre e accrescere il clima di diffidenza e disagio tra famiglie e insegnanti.
5) Aver umiliato tutti i docenti del Sud Italia dicendo loro – con una sgradevole inflessione milanese – che devono “impegnarsi forte”.
6) Non essere intervenuto neanche con mezza parola a difesa del diritto all’inclusione dei bambini stranieri nelle mense di Lodi e nei comuni in cui i suoi cari colleghi sindaci tentano nuove forme di apartheid.
7) Non aver assunto vincitori e idonei dei concorsi 2016 e 2018, aver eliminato i percorsi FIT senza essere stato in grado di bandire un nuovo concorso per la secondaria.
8 ) Aver provato a distruggere il sistema nazionale d’istruzione, creando scuole di serie A al nord e scuole di serie B al centro-sud con le riforme sull’autonomia.
9) Aver sospeso una docente (decurtandole anche lo stipendio) solo perché i suoi studenti avevano preparato un lavoro in cui paragonavano questi tempi bui a quelli del fascismo.
10) Aver consentito che il suo capo dicesse “si fa troppa politica a scuola, vigileremo” senza rammentargli che la scuola italiana non è la succursale del Papeete beach ma il primo baluardo della democrazia e il luogo per eccellenza della libertà di pensiero e d’insegnamento.
Ecco cosa scrive dopo l’elenco dei 10 punti l’ex deputata del M5S Silvia Chimienti sulla fine del mandato di Marco Bussetti al Miur: “Devo andare avanti?
Altri danni erano all’orizzonte. Siamo felici che il suo mandato sia terminato e che possa tornare al provveditorato in Lombardia.
Con le nostre battaglie contro la visione aziendalistica della Buona Scuola e per una scuola aperta e inclusiva – in cui i bambini sono tutti uguali indipendentemente da nazionalità, etnia o condizioni socio-economiche (anche i figli delle zingaracce, per fare un esempio a lei vicino) – lei non ha mai avuto nulla a che vedere.
Anzi, le ricordo con umiltà che ha seduto un anno su quella poltrona grazie ai voti del M5S e alla fiducia che noi avevamo conquistato nel mondo della scuola. E che solo grazie a una mera e assai volgare spartizione di poltrone si è ritrovato da un giorno all’altro a capo del suo dicastero.
Le uniche proposte buone in questo anno sono arrivate dai parlamentari del M5S che sono riusciti ad abrogare diversi commi della legge 107 e hanno tentato di avviare la discussione della proposta di legge per la riduzione del numero di alunni per classe, a mia prima firma nella scorsa legislatura e a firma della deputata Lucia Azzolina in questa.
Servono impegno e sacrifici, ministro. Impegno e sacrifici, per migliorare la scuola italiana. Voi avete mostrato di avere a cuore solo i vostri sondaggi e i consensi guadagnati sulla pelle degli ultimi, degli immigrati, dei rom e dei bambini di Lodi.
I docenti italiani si mobiliteranno contro il clima d’odio e contro il disprezzo delle istituzioni democratiche del vostro ignorante e rozzo capitano che avrebbe tanto bisogno di un corso accelerato di educazione civica.
Non riuscirete ad avere “pieni poteri” per distruggere quanto di buono c’è nel nostro Paese.
In bocca al lupo per la sua campagna elettorale”.
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