“In questi giorni la scure dei tagli Gelmini si sta abbattendo con violenza sulle teste dei docenti precari di tutta Italia, in particolare delle regioni del nord. Siamo di fronte ad una guerra sociale, fratricida, ora esacerbata anche da divisioni e rivendicazioni territoriali e geografiche. I docenti di Lucca, Mantova, Firenze, Torino e diverse altre città settentrionali, in procinto di entrare in ruolo dopo decenni di precariato, si vedono scavalcati in graduatoria dai colleghi meridionali con punteggio più alto” afferma la deputata del M5S Silvia Chimienti.
“Vedersi scavalcati è come scorgere una luce alla fine del tunnel e poi, improvvisamente, ripiombare nel baratro. Questo è lo stato d’animo di chi, in queste ore, sta cercando disperatamente di far sentire la propria voce alle istituzioni e al governo, unico responsabile del disastro degli immotivati tagli agli organici e della mancata immissione in ruolo dei precari storici. È stato infatti proprio il corposo taglio degli organici a costringere moltissimi precari del sud a spostarsi dalle graduatorie delle loro regioni a quelle del nord, facendo nuovamente scivolare di posizione molti colleghi delle province settentrionali.
La situazione è aggravata anche dal grande vulnus delle modalità di acquisizione del punteggio su tutto il territorio nazionale” – continua Silvia Chimienti. “Recentemente, il M5S ha denunciato il fenomeno delinquenziale dei corsi online pagamento che forniscono punteggio in graduatoria. Tali corsi di specializzazione e master, rigorosamente a pagamento e dal dubbio valore culturale, si svolgono in maniera poco trasparente, senza test di accesso e spesso senza la garanzia di una seria prova finale che testi le competenze acquisite. A inasprire le polemiche si aggiunge anche la mancanza di controlli seri e rigorosi da parte degli uffici scolastici provinciali sul punteggio acquisito dai candidati al momento dell’inserimento in graduatoria o del trasferimento da altra provincia. La mancanza di trasparenza e di controlli sulla validità dei punteggi non fanno che accrescere i sospetti e i malumori tra i docenti.”
Di fronte a questa situazione inaccettabile Reggi, Giannini e Renzi bocciano la norma che manda in pensione i 4000 docenti Quota96 e propongono una riforma della scuola che affiderà le supplenze brevi ai docenti già di ruolo.”
Infine l’appello della deputata Chimienti sulla sua pagina FB: “È in questo scenario disastroso che il M5S porta avanti la sua battaglia più ambiziosa, quella a difesa della scuola pubblica, conscio di poterla vincere solo con l’aiuto della scuola stessa e di tutti quei docenti del nord e del sud Italia che oggi vivono sulla propria pelle la piaga del precariato. La soluzione è una sola: non disperdere le energie in lotte regionali ma unire le forze per chiedere un piano di immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili come già proposto più volte dal M5S.”
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