Precari e assunzioni. In una intervista a cuore aperto l’on Silvia Chimienti chiarisce alla nostra testata le idee del M5S riguardo a tutti i supplenti ancora in attesa di un posto stabile.
Domanda
Onorevole Chimienti, ci può chiarire la vostra posizione rispetto alla seconda fascia?
Silvia Chimienti
Per il M5S la seconda fascia tutta ha il diritto pieno di essere immessa in ruolo senza sostenere nuovi concorsi. Nella nostra proposta noi prevedevamo un anno di prova con valore concorsuale, lo scorrimento della seconda fascia in subordine alle GAE e parallelamente concorsi biennali che avrebbero consentito di mantenere il doppio canale previsto per legge. Attualmente, alla luce del concorso 2016, noi riteniamo fondamentale creare un coordinamento nazionale che sappia mettere insieme le proposte di tutte le categorie e operare una sintesi tale da garantire una maggiore forza nella rivendicazione. Non è concepibile che il prossimo concorso sia l’unica e l’ultima chance per gli abilitati che hanno letteralmente speso la propria vita nella scuola. Si deve chiedere che la seconda fascia venga completamente svuotata, anche sfruttando l’ondata lunga dei pensionamenti del 2018. Come farlo, devono deciderlo insieme i precari. Le loro proposte saranno le nostre. Proprio per questo, venerdì scorso abbiamo messo insieme in una stessa stanza tutti gli abilitati e abbiamo chiesto loro di iniziare a riflettere sulle richieste da fare alla politica dopo il concorso 2016. Una delle soluzioni emerse è quella di rendere la seconda fascia provinciale e a scorrimento per il ruolo, garantendo il doppio canale almeno fino all’esaurimento della stessa. Concorsi per i neolaureati e scorrimento delle graduatorie per gli abilitati. Ragionandoci ancora questa proposta potrebbe essere adottata dal M5S e trasformata in proposta di legge.
Domanda
Quali saranno, invece, le vostre iniziative per la terza fascia?
Chimienti
Per la terza fascia vorremmo organizzare qui a Montecitorio nell’anno nuovo un evento simile a quello del 4 dicembre. Vogliamo parlare con i ragazzi della terza fascia e capire quale sia la platea. Per il momento, le istanze che ci sentiamo di sostenere sono due: la terza fascia non va eliminata nel 2017 e, soprattutto, non va eliminata prima di aver fatto un censimento che dia conto dei numeri esatti e degli anni di servizio di coloro che sono iscritti in terza fascia. Per coloro che hanno 36 mesi di servizio e si trovano in terza fascia, riteniamo che si debba ragionare sulla possibilità di garantire una via per conseguire l’abilitazione e quindi per partecipare al piano di assunzioni pluriennale che vogliamo realizzare. Per tutti gli altri, la nostra soluzione, al momento, è quella di un concorso annuale basato sul fabbisogno, a cui segue un anno di tirocinio retribuito a scuola, un esame finale e l’immissione in ruolo entro tre anni, con una multa per lo stato e un risarcimento per il docente qualora ciò non avvenga. Ma soprattutto, serve maggiore programmazione, nessun governo finora è mai riuscito a programmare il fabbisogno delle scuole e a creare un canale di accesso all’insegnamento unico e non aggirabile. Vogliamo incontrare la terza fascia per capire se si sono già studiate soluzioni e se la nostra proposta incontra il favore di questi docenti e aspiranti docenti. La terza fascia si deve unire anche per ribellarsi duramente contro la delega del Governo inserita nella legge 107 che applica il Jobs Act alla scuola prevedendo un concorso e ben tre anni di tirocinio nella scuola, senza nessuna garanzia di assunzione alla fine. Questo servirà a garantire personale docente e supplente a costo zero. Questo va avversato, su questo la terza fascia deve lavorare! Noi saremo con loro. Tre anni di tirocinio non sono formazione, sono sfruttamento.
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Domanda
Ha fondamento l’idea che per voi esiste una gerarchia tra i precari, come si vocifera sui social network?
Chimienti
Non esistono gerarchie, esistono cronologie. Esistono gerarchie di ingiustizie: alcune peggiori di altre.Esistono precari abilitati e precari che, per svariati motivi, ancora non lo sono. Così come ritenevamo equo garantire l’immissione in ruolo dei docenti GAE prima dei docenti di II fascia, così riteniamo che gli abilitati debbano avere la priorità sui non abilitati nell’accesso ai ruoli. Ciò non significa voler bloccare i giovani, i neolaureati volenterosi e meritevoli. Significa semplicemente ripristinare un minimo di ordine e di giustizia nel caos originato dai governo degli ultimi anni e peggiorato dalla Buona Scuola. Nei prossimi 10 anni ci sarà un turnover del 40% del corpo docente: serviranno una marea di nuovi insegnanti. Tutto sta nel creare una seria programmazione. Noi vogliamo farlo già da ora insieme ai diretti interessati perché al prossimo giro, al Governo, ci saremo noi.
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