Ammissione in sovrannumero al secondo ciclo di TFA ordinario per gli idonei non vincitori e per i vincitori di più classi di concorso del primo ciclo, ma anche punteggio aggiuntivo agli abilitati Tfa determinato dalla durata dei percorsi all’abilitazione e dalla presenza di prove selettive in vista dell’aggiornamento delle graduatorie.
Il Governo ha poi confermato genericamente che verrà avviato per il prossimo anno accademico il secondo ciclo di TFA ordinario, che abiliterà 22.450 nuovi docenti, più altri 6.630 per la specializzazione sul sostegno.
“Siamo soddisfatti del fatto che, come richiesto dal M5S, saranno ammessi in sovrannumero al secondo ciclo di TFA sia gli idonei che i vincitori di più classi di concorso nel primo ciclo, consentendo anche la mobilità tra diversi atenei fino ad esaurimento dei posti disponibili – afferma Chimienti – ma riteniamo che l’attribuzione di un punteggio superiore ai percorsi abilitanti con prove di ingresso e le due finestre annuali per l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto delle semplici misure tampone.
La differenziazione di punteggio tra i vari percorsi abilitanti – continua la deputata – oltre ad essere discutibile da un punto di vista giuridico, avrà solo l’effetto di alimentare i contenziosi, visto che probabilmente non garantirà neppure una precedenza concreta in graduatorie d’istituto per gli abilitati con TFA ordinario”.
“Le soluzioni del problema sono ben altre – conclude Chimienti – e questo Governo, in data 27 marzo, ha già bocciato la mia mozione che impegnava ad un piano quinquennale di immissione in ruolo di tutti i docenti che avessero superato un concorso o che fossero in possesso di abilitazione e tre anni di servizio. Questa è l’unica strada per risolvere davvero il problema: assumere gli attuali precari in tempi ragionevoli ed evitare il ricrearsi di nuove sacche di precariato in futuro. Per far questo, si devono investire risorse nella scuola e si devono ripristinare le cattedre, il monte ore e gli insegnamenti precedenti alla scure Gelmini, reinvestendo nella scuola i circa 8 miliardi e mezzo che si sono tagliati. Cosa che, al di là delle promesse e dei proclami di facciata, questo Governo non farà mai”.
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