Chiudere le scuole è una ferita, ma a volte è necessaria. Comunque le proteste, se costruttive, sono sempre un segnale da cogliere, soprattutto da parte dei parlamentari. È questo il concetto espresso, domenica 22 marzo, dal presidente della Camera, Laura Boldrini, commentando i tagli alle scuole sarde attuati negli ultimi anni, sollecitata dai giornalisti nella conferenza stampa a Nuoro sul piano di dimensionamento contestato da molti Comuni dell’isola.
“La chiusura delle scuole anche nei piccoli paesi non è mai un buon segno, ma al contempo abbiamo l’esigenza di ottimizzare le risorse. Ho chiesto ai precari della scuola di essere cittadini attivi, collaborare con i parlamentari sardi perché trovino soluzioni a Roma”.
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Boldrini poi ha aggiunto: “non mi sono sottratta a nessun fuori programma, dai precari della scuola ai lavoratori in cassa integrazione, perchè ritengo sia assolutamente doveroso ascoltare le preoccupazioni delle persone e farsene carico”.
Il presidente della Camera ha chiuso dicendo di non far “parte dell’esecutivo, ma posso sottoporre le istanze raccolte a chi ha la competenza per intravedere una strada”.
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