Sport, spettacoli, ristorazione: attività del tempo libero, non superflue, ma ingestibili senza un adeguato rispetto delle regole, che finora c’è stato forse da parte di tanti ma non da parte di tutti.
Scrivo da Sestriere, dove ieri il Giro d’Italia ha dato spettacolo e dove tanti ciclisti amatoriali hanno raggiunto le località di questa tappa nel pieno rispetto delle norme, così come tanti escursionisti di montagna hanno camminato sui sentieri, senza sicuramente correre alcun rischio, ma anzi acquisendo quel fattore di protezione che le autorità sanitarie riconoscono all’attività sportiva.
Ora la prospettiva è quella di chiudere di nuovo palestra e piscine e le attività sciistiche. Pare evidente che scorrere su una pista di sci non comporta alcun rischio e pare altrettanto evidente che ammucchiarsi dentro una funivia si può evitare utilizzando gli impianti di risalita al 50% della loro capienza.
Così il rischio verrebbe quasi annullato, soprattutto quando si tratta di seggiovie. Eviteremmo in questo modo di impedire lo svolgimento di attività fisiche che possono solo rinforzare il nostro sistema immunitario.
Lo stesso vale per le palestre, dove sicuramente i gestori più attenti hanno fin qui fatto di tutto per rispettare al massimo le norme di sicurezza.
Molto più difficile è gestire le attività sportive di squadra dove, soprattutto con i più piccoli, svolgere solo attività sui fondamentali non è facile, ma anche in questo caso dobbiamo scegliere tra rispetto delle norme o chiusura.
Per quanto riguarda gli spettacoli mi è capitato di andare a teatro e al cinema e anche in questo caso in alcuni locali ho visto un rispetto irreprensibile delle norme, che garantiva a tutti la massima sicurezza. In altri casi, senza una gestione precisa dei posti a sedere, il rischio aumentava.
Nell’ambito della ristorazione alla fine del locktown ho pensato che sarebbe stato giusto provare ad andare più spesso al ristorante, come forma di solidarietà verso coloro che avevano sofferto tanti danni economici. La prima volta però sono stato trattato male per aver chiesto che i cuochi indossassero la mascherina, per poi ricevere le dovute scuse quando ho fatto notare che proprio sul documento che loro mi indicavano a giustificazione del loro comportamento c’era scritto ciò che io sostenevo.
In un’altra occasione, in una località di mare, mi è capitato di vedere addirittura i camerieri non indossare la mascherina, malgrado il passaggio di agenti della polizia locale, che non notava né sanzionava né chiedeva semplicemente il rispetto delle norme.
Forse se avessimo rispettato tutti le norme stabilite dal comitato tecnico-scientifico e avessimo applicato tutti i protocolli, come sta avvenendo peraltro in molte scuole, malgrado la fatica di gestione di classi con ragazzi indisciplinati, forse non saremmo ritornati in questa drammatica situazione.
La cosa più grave è poi che i ragazzi debbano pagare il comportamento sconsiderato di chi doveva occuparsi dei trasporti pubblici e non lo ha fatto, così, malgrado tutti gli sforzi all’interno delle scuole, le scuole chiudono.
Ora l’appello è a non chiudere le scuole e a non impedire a chi vuole praticare sport di uscire dal proprio comune per andare in montagna o fare un giro in bici e non impedire di andare in palestra, quanto piuttosto di aumentare i controlli facendoli in modo molto più serio di quanto non sia stato fatto questa estate.
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