Tre maestre di una scuola dell’infanzia di Borgetto, in provincia di Palermo, sono state condannate per aver maltrattato, fisicamente e verbalmente, degli alunni. I fatti, avvenuti nel 2018 e denunciati da alcuni genitori, sarebbero stati confermati da alcune testimonianze audio e video di urla, schiaffi e calci fornite da telecamere nascoste e cimici installate nelle classi. Altre due insegnanti sono invece state assolte dopo essere state condannate in primo grado, mentre per una terza è arrivata una riduzione della pena da due anni a due mesi.
La decisione, come riporta Fanpage.it, è stata confermata dalla Corte d’Appello di Palermo. La maestra alla quale è stata ridotta la pena si sarebbe resa protagonista di solo un episodio di maltrattamenti. Le due condannate, secondo quanto stabilito, dovranno scontare due anni, come riporta Il Giornale di Sicilia.
Le denunce dei genitori, preoccupati da comportamenti strani dei loro figli e da alcuni danni fisici sospetti, sono state depositate ai carabinieri, che in seguito hanno fatto partire le indagini. In particolare ha fatto scalpore il racconto della madre di un bimbo disabile che, tornato a casa da scuola con un occhio tumefatto, aveva detto di essere stato ferito dalla maestra.
“Ti faccio cadere i denti”, “Ma sei scemo?”, “Io veramente a qualcuno lo ammazzo” e “La testa ti svito”, queste alcune delle frasi intercettate dai carabinieri. Secondo l’accusa i piccoli, tra i 4 e gli 8 anni, sarebbero stati “aggrediti fisicamente con schiaffi, calci, spinte, al corpo e al volto, nonché afferrandoli per le braccia e per le orecchie, trascinandoli per le aule, costringendoli con la forza a stare seduti ed in silenzio”.
Quando poi gli alunni sarebbero stati troppo indisciplinati, le maestre li avrebbero rinchiusi in una stanza buia per punizione. Al processo si sono costituiti parte civile i familiari dei piccoli. La Corte d’Appello ha stabilito il risarcimento di 900 euro per la famiglia del bimbo disabile.
“C’era una clima di vessatoria prevaricazione in danno dei minori – avevano scritto gli investigatori – ai quali venivano inflitte sofferenze fisiche e morali tali da rendere per loro abitualmente mortificante ed intollerabile la frequentazione della scuola materna”.
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