La vicenda relativa alla maestra di sostegno di una scuola di Palermo che, lo scorso venerdì, si è chiusa in bagno con un bimbo con disabilità ha destato molto scalpore. Adesso, all’indomani della diffusione della notizia, ci sono maggiori dettagli sul caso, riportati da La Repubblica.
I sanitari che hanno preso in cura il piccolo sospettano che sia andato in overdose da tranquillanti, che la docente lo avrebbe costretto ad assumere. Una delle ipotesi è che l’insegnante di sostegno abbia costretto il piccolo ad assumere un barbiturico.
E’ confermato infatti che nelle urine e nel sangue del piccolo i medici hanno trovato tracce del potente tranquillante in una concentrazione tale da portarlo alla semi incoscienza. I genitori della vittima hanno escluso categoricamente che il figlio seguisse una terapia con barbiturici o sedativi.
Nessuno ha visto la docente dare il farmaco al bimbo
Nessuno, però, avrebbe visto l’insegnante dare il tranquillante al bambino. Uno degli aspetti da accertare è quando il bambino ha assunto il medicinale.
Ecco la ricostruzione della vicenda: uno degli operatori, non vedendo rientrare in classe il ragazzo e la docente di sostegno, avrebbe tentato di entrare in bagno trovandolo chiuso a chiave. Solo dopo alcuni minuti l’insegnante di 48 anni, palermitana, al primo anno nell’istituto, avrebbe aperto la porta consentendo i soccorsi del bimbo. Sulla ricostruzione molti aspetti sono ancora da chiarire: gli investigatori della squadra mobile hanno sentito per ore sia il personale presente venerdì mattina, sia la preside e i docenti della classe. Anche l’insegnante di sostegno è stata ascoltata dalla polizia.
La maestra è stata sospesa temporaneamente
Sulla vicenda la procura ha aperto un fascicolo esplorativo e sta attendendo le relazioni della squadra mobile per eventualmente indagare l’insegnante di sostegno. Per ora la dirigente scolastica ha disposto la sospensione temporanea del docente.
Pare che alcuni giorni prima all’istituto sia arrivata una mail che segnalava comportamenti anomali dell’insegnante: nella mail certificata i genitori di un alunno riportavano il racconto del figlio che ha più volte parlato di schiaffi dati al compagno disabile da parte della maestra di sostegno. La preside è stata sentita dagli agenti della squadra mobile.