La trattativa fiume per il rinnovo del contratto scuola si è conclusa alle 7.15 di venerdì 9 febbraio. Siglata la pre-intesa per il rinnovo del contratto scuola: dopo quasi dieci anni di blocco.
Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l’accordo del 30 novembre 2016; per la scuola da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro; pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro.
Ipotesi Ccnl Istruzione E Ricerca 2016 2018 Del 9 Febbraio 2018
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Scheda Flc Cgil Ipotesi Ccnl Istruzione E Ricerca Del 9 Febbraio 2018 Sezione Scuola
La notizia, così come anticipato da La Tecnica della Scuola, viene confermata dal tweet ministra della Funzione pubblica, Marianna Madia.
Poco dopo arrivano anche le parole della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, tramite il profilo Twitter del Miur.
Il contratto scuola 2016-2018, sottoscritto dai sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, non viene firmato dallo Snals e dalla Gilda.
Dopo quasi 10 anni, arriva la firma del contratto scuola per un milione di addetti tra docenti e personale Ata.
L’aumento medio sullo stipendio sarà di 85 euro lordi mensili da suddividere in tre annualità e saranno in parte ridefiniti i carichi di lavoro di docenti e Ata. I fondi del merito non saranno più distribuiti dai dirigenti scolastici ma saranno in parte contrattati a livello di istituzione scolastica e in parte andranno a finire nello stipendio tabellare. Restano i 500 euro per la formazione degli insegnanti all’interno del borsellino elettronico per l’acquisto di computer, tablet e corsi di formazione.
Utilizzata quota parte del merito per gli aumenti contrattuali. La restante parte sarà oggetto di contrattazione di istituto.
Nessun aumento dell’orario di servizio.
Ferie e permessi sono rimasti uguali sia per i docenti che per gli ATA.
Aumenti contrattuali da un minimo di 81 a un massimo di 111 euro
Sanzioni discipinari rinviati a successiva sequenza contrattuale.
Possibilità di mobilità annuale se non trasferiti su scuola.
Firmato all’ARAN oggi, 9 febbraio, il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Un milione e duecentomila tra docenti, personale ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi hanno finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle proprie condizioni di lavoro, dopo anni di blocco delle retribuzioni e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione.
Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l’accordo del 30 novembre 2016 e vanno, per la scuola, da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro; pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro.
Nessun aumento di carichi e orari di lavoro, nessun arretramento per quanto riguarda le tutele e i diritti nella parte normativa, nella quale al contrario si introducono nuove opportunità di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari o previsti da particolari disposizioni di legge.
Il contratto segna una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali, riportando alla contrattazione materie importanti come la formazione e le risorse destinate alla valorizzazione professionale. Rafforzati tutti i livelli di contrattazione, a partire dai luoghi di lavoro, valorizzando in tal modo il ruolo delle RSU nell’imminenza del loro rinnovo.
Tra le altre novità di rilievo il diritto alla disconnessione, a tutela della dignità del lavoro, messo al riparo dall’invasività delle comunicazioni affidate alle nuove tecnologie.
Per quanto riguarda il personale docente della scuola, si è ottenuto di rinviare a una specifica sequenza contrattuale la definizione del codice disciplinare con l’obiettivo di una piena garanzia di tutela della libertà di insegnamento. Riportando alla contrattazione le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale, ripristinando la titolarità di scuola, assumendo in modo esplicito un’identità di scuola come comunità educante si rafforza un modello che ne valorizza fortemente la dimensione partecipativa e la collegialità.
Questo contratto, la cui vigenza triennale 2016-18 si concluderà con l’anno in corso, assume forte valenza anche nella prospettiva del successivo rinnovo di cui vengono poste le basi e dell’impegno che comunque andrà ripreso anche nei confronti del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, per rivendicare una politica di forte investimento nei settori dell’istruzione e della ricerca. Si chiude cosi una lunga fase connotata da interventi unilaterali, aprendone una nuova di riconosciuto valore al dialogo sociale.
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