Dopo i piloni della autostrade e gli ospedali si scopre che anche le scuole vengono costruite con cemento depotenziato, così inefficace per tenere su la struttura che il sindaco con una ordinanza ne ha disposto la chiusura.
È accaduto a Canicattì, in provincia di Agrigento, dove due plessi scolastici, il Rapisardi e il Carrubba, sarebbero stati realizzati con “cemento depotenziato”. E infatti sono stati chiusi a titolo cautelativo con un’ordinanza sindacale avente effetto immediato.
La chiusura è stata disposta su comunicazione del responsabile della Sezione Immobili pubblici della direzione Territorio ed Ambiente del comune di Canicattì in seguito agli ulteriori esiti, concordanti, delle analisi di carotaggio eseguiti sulle strutture dei due edifici che ospitano in totale circa 700 alunni della scuola dell’obbligo.
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Le analisi eseguite da due ditte private hanno confermato un “serio deficit strutturale”. Secondo gli accertamenti i due edifici costruiti tra gli anni ’70 ed ’80 sarebbero stati realizzati con “cemento depotenziato”. “Nel pomeriggio si terrà un circolo d’istituto – dice il sindaco – cui siamo stati invitati a partecipare. La situazione è seria e non mi sento di fare rassicurazioni né tanto meno sottovalutare la situazione che è preoccupante e riguarda la stessa incolumità di docenti ed alunni”. Domani intanto gli alunni resteranno a casa sino ad una soluzione alternativa che non è facile intravedere.
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