Quando De Luca dice che le scuole non le ha chiuse perché si fa didattica a distanza, dovrebbe sapere che nei quartieri a rischio la dispersione scolastica con la didattica a distanza aumenta esponenzialmente come i contagi da Covid19.
Nella prima settimana di DAD, nella scuola media del mio Istituto la percentuale di dispersione scolastica è schizzata dal 6% in presenza al 14% con la didattica a distanza;nella scuola primaria è passata dallo 0,01% al 2,4%.
Alcune famiglie non hanno la possibilità di collegarsi per povertà economica;altre per indifferenza verso l’istruzione.
Per le prime stiamo provvedendo a dare i tablet in comodato d’uso, ma quelli che abbiamo in dotazione sono pochi per il bisogno , né bastano quelli che in passato ha elargito la Regione Campania come bonus.
Per le seconde occorrerebbe un intervento più deciso dei servizi sociali ai quali abbiamo inviato le segnalazioni.
Quando si chiudono le scuole del primo ciclo,mentre nel resto d’Italia restano aperte, nonostante i contagi ,bisogna riflettere sulle conseguenze che si creano. Diritto alla salute e diritto all’istruzione devono poter convivere, essendo quest’ultimo un diritto essenziale al pari degli altri.
Alle Superiori la didattica a distanza può funzionare e serve a ridurre la pressione sui trasporti.
Ma i bambini della primaria e i ragazzi della scuola media vengono a scuola a piedi, frequentando le scuole del quartiere, e hanno bisogno della presenza fisica ed emotiva degli insegnanti.
Non parliamo poi della prima elementare dove i bambini devono impararare a leggere e scrivere e certo a distanza è molto difficile.
Il danno che si fa a questi bambini e ragazzi è enorme e non potrà essere risarcito.
Eugenio Tipaldi
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