Attualità

Chiusura scuole, in Europa calo demografico inarrestabile

La crisi indotta dai vari conflitti in corso, in riferimento inoltre all’approvvigionamento strategico dei materiali e beni di consumo, ha prodotto notevole insicurezza sociale. A renderlo evidente è l’aumento proporzionale dei fenomeni criminosi, di proteste, tensioni tra popolazione e potere costituito. Le famiglie arrancano e si indebitano, specie quelle costituite da giovani, i quali hanno futuro incerto sia a livello professionale che sociale. Tale dinamica – crisi economica, sociale e conseguente insicurezza – si ripercuote gravemente sul tasso di natalità; poco denaro a disposizione provoca gravi contrazioni ed i giovani scartano l’idea di creare gruppi familiari e dunque mettere al mondo futuri studenti. Le conseguenze sulla scuola sono allarmanti: accorpamenti, chiusure, sospensione delle attività in quanto mancano studenti a cui insegnare. Nelle aree rurali è ancora peggio, in quanto sulle stesse insiste il fenomeno dello spopolamento a seguito della stagnazione e depressione economica che induce i giovani a trasferirsi altrove. Valutiamo assieme – per esempio – come il calo demografico sta influenzando la didattica frontale. Come è possibile notare, il fenomeno ha connotazioni territoriali specifiche.

Londra e dintorni: scuole chiuse in numerosi distretti

Le scuole secondarie di Londra, dopo le primarie, sono colpite da un deflusso di famiglie dalla capitale, con 4.000 bambini in meno che fanno domanda per iniziare a settembre. I dati sulle ammissioni pubblicati in occasione della Giornata nazionale dell’offerta in Inghilterra mostrano inoltre che il 70% delle famiglie londinesi ha occupato posti presso le scuole di prima scelta, rispetto a oltre l’80% a livello nazionale. Il calo delle domande per i posti del settimo anno rispecchia un calo nel numero di giovani studenti che entrano nelle classi di accoglienza, che il gruppo ombrello London Councils ha attribuito a un tasso di natalità in calo insieme al cambiamento dei modelli di migrazione, all’ubicazione della famiglia e agli effetti della Brexit. Mentre i 32 distretti di Londra hanno registrato collettivamente un calo del 2,5% delle iscrizioni alle scuole secondarie rispetto allo scorso anno, arrivando a 90.300 iscritti totali, altre importanti autorità locali in Inghilterra hanno affermato che le iscrizioni sono state poco cambiate o leggermente superiori rispetto al 2023. Il fenomeno in oggetto riguarda in particolari le capitali europee occidentali per le quali si registrano varie contrazioni (Berlino -3,5 %, Madrid -2,8 %, Parigi -1,9%).

Altre metropoli, altre tendenze

Il consiglio di Birmingham, ad esempio, ha ricevuto 14.787 domande per posti al settimo anno, rispetto alle 14.449 del 2023, e il 71,5% ha ottenuto la prima preferenza. L’Essex ha ricevuto il numero più alto di domande di sempre, 17.039, leggermente superiore a quello del 2023, con l’84% che ha ricevuto la prima preferenza in termini di istituto e relativa capienza. Nel Kent si è registrata una diminuzione a 22.479 e il 79% ha ottenuto la prima scelta. Al di fuori del sud-est, le famiglie avevano maggiori probabilità di ricevere la prima preferenza, di cui il 97% nello Yorkshire orientale, il 94% a York e l’88% nell’Oxfordshire. In Italia, entro il prossimo triennio, si prevedono oltre 700 accorpamenti di istituti siti sul territorio a seguito di un calo degli iscritti di oltre 100.000 unità all’anno; l’organico docente resterebbe immutato a fronte di un sensibile calo della popolazione scolastica pari a quello delle nascite.

Andrea Maggi

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