Ieri sera, primo novembre, Fabio Fazio a Che Tempo che fa sollecita i propri ospiti a prendere una posizione precisa rispetto alla scuola. Aperta o chiusa?
Riflette infatti il conduttore: “Abbiamo parlato molto di scuola, argomento che sta creando una tensione sociale importante. Forse perché interpretiamo soggettivamente situazioni che forse potrebbero essere ricondotte all’oggettività. Rispetto a quello che sta diventando un derby, la scuola è un luogo in cui ci si infetta e si propaga il contagio oppure no?”
L’assessore Pier Luigi Lopalco, a commento della decisione della Regione Puglia di chiudere tutte le scuole, afferma: “Quando si gestisce una pandemia bisogna gestire anche l’economia e l’educazione. Quello che è complicato è prendere la decisione giusta al momento giusto. Ad esempio, quella della chiusura della scuole era una misura molto impopolare, perché le misure di contenimento vanno prese quando ancora in giro non si vede il disastro. Questo principio di precauzione è difficile da fare digerire a livello politico, è il paradosso della prevenzione.”
“Questa estate è mancata una visione?” incalza il conduttore.
“No. Gli esperti sapevano che sarebbe arrivata una seconda fase. Ma il fatto che durante il periodo interpandemico si sia concesso alle persone di passare un’estate felice, è stata una cosa giusta. La gestione della pandemia va fatta proprio con questo stop and go.”
“Misure nazionali o lockdown locali secondo lei?” chiede ancora Fazio.
“Io sono per le misure nazionali, perché laddove la circolazione è più alta, le zone beneficeranno di meno di quella misura, ma qualunque misura, più precocemente viene presa, maggiore sarà la sua efficacia e minore la sua durata perché si potrà uscire prima dal lockdown.”
E torna sulla scuola, l’assessore: “Prima si chiude la scuola, prima la si potrà riaprire. Per me è solo una questione di tempistiche: prima la Puglia, poi il Piemonte ha chiuso le scuole superiori, poi è arrivata l’Umbria, io credo sia una questione di giorni ma poi tutti si allineeranno a questa visione.”
E continua: “La scuola è oggettivamente un aggregatore sociale importantissimo: ogni famiglia italiana ruota attorno alla scuola, ogni famiglia ha un parente a scuola. Noi in Puglia abbiamo migliaia di ragazzi a casa in isolamento, al punto che la burocrazia dell’isolamento ci blocca il contact tracing.”
Più possibilista, invece, riguardo all’eventualità che le scuole restino aperte, è Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
Commenta infatti Locatelli: “Per quanto coi numeri in aumento, il contributo della scuola continuava a essere marginale la scorsa settimana. Ma è chiaro che la scuola in DaD non è un totem infrangibile: se si vuole ottenere, specie in alcune realtà territoriali, una flessione della curva, la DaD può essere un’opzione. Però la scuola forma i cittadini, forma le coscienze: nel decidere se chiudere le scuole dobbiamo tener presente il prezzo che stanno pagando le generazioni.”
Sull’argomento interviene in chiusura anche Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le attività culturali: “Cercheremo di adottare le misure che tutelino la scuola ma c’è il contagio di mezzo”.
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