Prosegue, con qualche novità, la vicenda del professor Christian Raimo, l’insegnante romano sospeso per tre mesi dal servizio per le parole usate nei confronti delle scelte politiche del ministro Valditara durante un evento politico organizzato da Alleanza Verdi Sinistra.
Nelle ultime ore il suo legale ha inviato al Corriere una precisazione in merito ad un articolo pubblicato dalla testata (articoli analoghi sono stati pubblicati in questi giorni anche da altri organi di informazione).
Il legale di Raimo sottolinea che i mezzi di informazione non hanno riportato correttamente le sue parole; il professore romano, infatti, avrebbe che detto che ciò che Valditara dice è “lurido”; e anche le parole “arrogante” e “cialtrone” si devono intendere riferite non alla persona del Ministro ma al suo pensiero.
“E per questo – aggiunge il legale – rientrano nella sfera della legittima critica politica e di questo discuteremo innanzi al Giudice del Lavoro”.
Con ciò è chiaro che Raimo ha deciso di presentare ricorso contro la sanzione che gli è stata inflitta e questa è la vera notizia di queste ore, perché fino a questo momento non era ancora chiaro cosa il professore romano intendesse fare.
La maggioranza di Governo, ovviamente, continua a tenere il punto sulla vicenda; esponenti di FdI hanno commentato quanto è avvenuto a Torino in occasione delle manifestazioni studentesche (tra l’altro una specie di “manichino” con le sembianze del Ministro è stato issato ma a testa in giù) non è altro che il risultato degli insegnamenti dei “cattivi maestri” (e il riferimento a Raimo è fin troppo evidente).
Intanto la Flc-Cgil ha aperto una raccolta di firme per chiedere la revisione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici e in particolare la cancellazione di un articolo introdotto con una norma del 2023 che mira a sanzionare in particolare l’uso non appropriato dei social (infrazione che però non è stata contestata a Raimo).