Nessuno si ricorderà che i tre miliardi e mezzo erano per l’edilizia scolastica; i disoccupati pretenderanno, giustamente, un lavoro; i pensionati chiederanno maggior potere d’acquisto per le loro misere pensioni e chi potrà dar loro torto? Gli insegnanti, sempre più vecchi, sempre più poveri e sempre più demotivati non riusciranno certo a trasmettere quell’entusiasmo che i ragazzi si meriterebbero. L’istruzione peggiorerà inevitabilmente, con ripercussioni negative, nel lungo periodo, anche sul PIL. Già… sul lungo periodo… ma che gliene frega ai politici del lungo periodo? Loro pensano alle prossime elezioni che sono sempre a breve, mai nel lungo periodo.
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