Ci frega il “lungo periodo”

Non per essere pessimista, ma si può facilmente prevedere che i soldi per premiare il merito e la professionalità dei docenti, anche stavolta, non ci saranno. Non si riuscirà neppure a firmare il nuovo Contratto entro giugno e, ricordiamolo, il decreto sugli automatismi stipendiali prevede che se non si rinnoverà il Contratto entro quel mese, gli scatti del 2013, prima dati, poi tolti e poi restituiti, saranno di nuovo cancellati. Per dare 1000 euro a chi guadagna meno di 1500 euro netti stanno facendo salti mortali e raschiando dal fondo del barile perché i soldi non ci sono. A meno che non si considerino risorse anche i nuovi debiti (aumento del deficit) che si prevede di contrarre.
Renzi sta scommettendo sulla ripresa che può arrivare quest’anno, ma può anche non arrivare; sta scommettendo sullo spread al ribasso che può anche crescere. Quando si arriverà al dunque, dopo aver tanto chiacchierato diranno: “Per la scuola abbiamo già impegnato risorse per 3,5 miliardi di euro, ora ci sono altre priorità”.

Nessuno si ricorderà che i tre miliardi e mezzo erano per l’edilizia scolastica; i disoccupati pretenderanno, giustamente, un lavoro; i pensionati chiederanno maggior potere d’acquisto per le loro misere pensioni e chi potrà dar loro torto? Gli insegnanti, sempre più vecchi, sempre più poveri e sempre più demotivati non riusciranno certo a trasmettere quell’entusiasmo che i ragazzi si meriterebbero. L’istruzione peggiorerà inevitabilmente, con ripercussioni negative, nel lungo periodo, anche sul PIL. Già… sul lungo periodo… ma che gliene frega ai politici del lungo periodo? Loro pensano alle prossime elezioni che sono sempre a breve, mai nel lungo periodo.

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