Ci siamo anche noi, i “docenti immobilizzati”

Sono una docente di ruolo da settembre 2014 in Veneto, sono originaria della Basilicata, ma per poter realizzare il sogno di insegnare ed avere la certezza del contratto a Tempo Indeterminato ho scelto consapevolmente (cosi dicono i miei colleghi ex precari, i neo immessi 2015) di spostarmi al Nord.
Come me altri docenti, centinaia, migliaia hanno fatto scelte analoghe negli anni precedenti, scelte sofferte, non prive di ostacoli e sacrifici. ENORMI SACRIFICI.

Noi sapevamo cosa ci aspettava? Certo che no, abbiamo ricevuto la notizia dell’immissione in ruolo a fine agosto e da un giorno all’altro siamo partiti (1000Km) entro 24 ore, felici di firmare un contratto ma senza sapere dove andare, senza un tetto senza nessuno che ci tutelasse, mica ci hanno proposto di restare a casa nostra seppur con un contratto a tempo determinato su un posto non nostro (COSA MAI ACCADUTA NELLA STORIA DELLA SCUOLA  DA QUANDO IO HO MEMORIA).
Il primo settembre eravamo al Nord a scuola a prendere servizio non dimenticatelo, è sempre stato cosi e ci siamo riusciti NOI!

Eppure si parla tanto di queste immissioni 2015, si parla di deportazione, di mobilità per i neo assunti, mai un accenno agli insegnati (siamo tanti, che ci crediate o no, noi esistiamo) che sono di ruolo fuori provincia che chiedono di rientrare a casa propria da anni, che hanno famiglie spazzate dalla distanza, a cui è stata anche negata l’assegnazione provvisoria (sempre per salvaguardare i posti per le assunzioni).
Non sto parlando solo per me, la realtà di noi docenti “immobilizzati” che ora sembra diventata “immobilizzati, depauperati dai diritti ed inascoltati” ESISTE, sembra che i media, i sindacati ed il sistema si siano dimenticato di noi. Il motivo? NON SAPREI anzi vorrei una risposta.
Forse non siamo mediaticamente interessanti?

Forse le nostre storie non sono abbastanza strappalacrime?

Forse non abbiamo i numeri tali da destare interesse per un eventuale consenso elettorale?

Per fortuna ho trovato sostegno in un gruppo di Facebook, “Docenti immobilizzati”, che condivide le mie perplessità, la mia amarezza, la mia preoccupazione, perchè in fondo siamo anche noi mamme, padri, figli e lavoriamo per passione e vorremmo rientrare a casa nostra, abbiamo fatto una lunga gavetta di precariato e ruolo fuori casa. Perché ora siamo diventati invisibili? In diversi articoli si legge la preoccupazione dei sindacati a fare il possibile per far rientrare i neo immessi (che non SONO MAI PARTITI), mi chiedo per logica il trasferimento non spetta prima a chi è immesso prima?
In questo senso io ho solo un anno di anzianità non bado solo ai miei personalissimi interessi, ma il mio intuito mi suggerisce che l’anzianità dovrebbe avere la priorità, d’altronde non me lo sono inventata io difatti il DdL stabilisce chiaramente che l’anno 2015/16 ci sarà mobilità interprovinciale PRIMA per gli assunti fino al 2014, poi per i neo immessi.

Allora mi chiedo: questi tentativi tipicamente Italiani hanno l’unico obiettivo di destabilizzare i nostri NERVI? L’intento di MODIFICARE la legge a proprio piacimento da chiunque, il giorno dopo che è stata emanata da cosa deriva? E’ semplicemente un gusto macabro nei nostri confronti per fare terrorismo psicologico o forse perchè in Italia si è abituati a cambiare le regole del gioco in base alle proprie esigenze senza pensare alle ripercussioni?

Gradirei una risposta dai parlamentari, dal Miur, dai sindacati e da chiunque possa dare risposte coerenti, logiche, sensate e chiare. Forse me ne farei una ragione.

I lettori ci scrivono

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