Riceviamo e pubblichiamo dalla dirigente scolastica Lorella Camporesi un intervento a proposito del tema sull’importanza della formazione dei docenti e del loro impegno lavorativo.
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Quando ero docente, solo qualche anno fa, lavoravo tanto, ben oltre le 18 ore settimanali e nel mese di giugno e di luglio, insieme ad un gruppo di colleghi, ero a scuola per lavorare alla formazione classi dell’anno successivo.
Come me, molti colleghi davano alla scuola tanto del loro tempo, delle loro competenze e delle loro energie. Come me, anche loro avrebbero voluto poter timbrare un cartellino perché il loro lavoro sommerso diventasse visibile e potesse altrettanto diventare visibile il comportamento di altri docenti, che invece il 6 di giugno scomparivano e magari li si ritrovava a gestire l’attività estiva intestata alla moglie o al marito, fino al 15 di settembre.
Nel mio cammino ho incontrato docenti preparatissimi e altri che facevano affermazioni che avrebbero fatto rabbrividire uno studente al primo anno di pedagogia.
È normale, come in tutte le professioni: c’è chi è competente e chi no. E in tutte le professioni, proprio i competenti sanno di non sapere abbastanza e di solito sono quelli che più di altri desiderano continuare a formarsi.
Anche da dirigente ho conosciuto docenti molto in gamba ed altri meno, docenti estremamente volonterosi ed altri scansafatiche.
Il torto maggiore di chi difende tutta la categoria senza fare distinzioni non è contro i dirigenti scolastici, ma contro i docenti preparati e appassionati, che avrebbero diritto a vedere riconosciuto tutto il loro impegno e ad avere una formazione obbligatoria e gratuita che consentisse loro di continuare ad aggiornarsi, senza doverlo fare a proprie spese e nel loro tempo libero, e costringesse gli altri a formarsi, in modo da rendere più agevole il lavoro dei docenti preparati, perché i primi a soffrire i colleghi impreparati e scansafatiche non sono i dirigenti, ma i docenti capaci, che spesso devono sobbarcarsi un carico di lavoro aggiuntivo non condiviso.
Quindi si, sono io la dirigente dell’Emilia Romagna citata dall’articolo di qualcuno che non desidero citare. Solo che non ho affermato quanto quella persona scrive: come è ben noto a tutti, estrapolare un commento senza contestualizzarlo è sempre un modo per falsificare le opinioni espresse.
Il mio pensiero è esattamente quello che ho esposto in questo articolo e che ho condiviso da sempre con i docenti, sia come docente io stessa, sia come dirigente ora.
Per fortuna la maggior parte dei docenti è in grado di comprendere l’importanza della formazione: proprio la settimana scorsa il Collegio docenti che ho l’onore di presiedere ha deliberato ben sei corsi di formazione interni, nonostante io più volte sottolineassi che forse erano troppi.
E in questa settimana di “vacanza forzata” a causa dell’emergenza sanitaria, molti di loro si stanno dando da fare con la didattica on line. Molti, non tutti. E a quei molti va la mia stima e il mio senso di giustizia, che vorrebbe riconosciuto il loro impegno distinguendolo dal disimpegno dei pochi altri.
Lorella Camporesi
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