Le traduzioni casa di latino non si fanno più telefonando al compagno più bravo o col copia incolla dal computer, ma collegandosi a un sofisticato software che guida durante l’analisi logica e corregge nella successiva traduzione.
www. fga.it è il sito dove “Cicero Latin Tutor” risponde: una sorta di maestro digitale, frutto della ricerca tecnologica più avanzata a servizio della didattica.
Ed era tempo, visto che ormai la scuola deve fare i conti con la tecnologia e visto pure che il futuro si nasconde tra le pieghe del web.
Tuttavia avvertono gli studiosi che hanno messo a punto il programma, Matteo Boero e Adriano e sviluppato insieme a Ivan Molineris: Cicero non aiuta a copiare, ma a ragionare sul testo, restituendo al latino la dignità calpestata dalle traduzioni in rete. E in questa complessità risiede il suo tratto originale. Il programma è una sorta di istitutore digitale che supera i limiti degli esercizi interattivi tradizionali – vero/falso o risposta multipla – e verifica la reale consapevolezza dei ragazzi.
Costringe inoltre lo studente a ragionare sul testo prima di mettere in atto la traduzione. Offre anche la possibilità di saltare un periodo e tornarci poi, così da cercare di comprendere il significato complessivo della versione. Allo stesso modo mette a disposizione una cronologia tramite cui lo studente può tentare di individuare eventuali errori di distrazione che hanno causato una cattiva comprensione del testo.
Andrea Gavosto, il direttore della Fondazione Agnelli, non ha dubbi a sostenere il progetto: "La vera partita oggi è guidare i ragazzi nel mondo digitale. Cicero ci è sembrato un esempio efficace di come si possa fare scuola utilizzando la tecnologia".
Il software fra l’altro è stato sperimentato da otto professori di tutta Italia, da Torino a Siracusa, e 250 studenti dei licei (classico, scientifico e linguistico).
Semplice è anche il suo funzionamento perché il ragazzo, avuta assegnata la versione dal docente curricolare, lavora su una schermata con tre finestre: a sinistra il testo latino, al centro lo spazio da riempire con la traduzione e a destra le domande di Cicero: un magister esigente, che chiede all’allievo prima di districarsi nel labirinto di proposizioni principali e subordinate, soggetti e complementi, e – solo in una seconda fase – sollecita la traduzione, conducendo i ragazzi verso la soluzione. Alla fine del lavoro, circa un’ora e mezza a versione, Cicero saluta alla sua maniera: "Gaudeamus, hai finito!"
Non dà tuttavia, Cicero, giudizi. Sarà sempre l’insegnante a dare il voto. Lui infatti è informato, sulla base del report avuto da Cicero, delle competenze di analisi e di traduzione dello studente, compreso un voto orientativo che però spetta al docente confermare o variare.
Sembra inoltre che gli stessi inventori di Cicero stiano lavorando a un software capace di illuminare mil percorso di Dante verso il Paradiso, ma ci vorrà ancora del tempo.
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