Presente all’incontro anche Valentina Aprea, sottosegretario al Miur, il quale ha annunciato che nelle prossime settimane "presenteremo il decreto attuativo della riforma del secondo ciclo". Aprea ha auspicato, inoltre, che nell’articolo 5 della bozza di riforma venga inserita "la possibilità per le singole scuole di istituire autonomamente l’elenco dei docenti da chiamare".
"Lanciamo una petizione nazionale attraverso cui chiederemo alle forze politiche che venga realizzata a livello parlamentare la ridefinizione dello status giuridico dei docenti": la proposta giunge da Giorgio Rembado, presidente Cida-Anp (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità) al termine del seminario "Il punto sulla riforma "parallela" della professione docente", tenutosi il 2 maggio a Roma presso la Sala del Refettorio della Camera. Secondo Rembado ancora oggi il profilo del docente è simile a quello dell’insegnante ottocentesco: "non dobbiamo dimenticarci che il Novecento – ha detto il leader della Cida-Anp – non ha prodotto alcun cambiamento nella figura dei docenti. Problemi come quello della carriera, dell’articolazione delle funzioni e delle figure separate vanno per forza di cose affrontati. E soprattutto occorre sfatare un tabù: quello della valutazione dei docenti. Solo introducendo queste innovazioni potremo cominciare a parlare di innalzamento delle competenza professionale degli insegnanti e fare dei confronti alla pari con il resto d’Europa. Occorre fare in modo che il sistema scolastico esca da questa empasse. Si parla di autonomia da otto anni – ha concluso Rembado – ma a livello pratico siamo ancora in alto mare".
Presenti al tavolo dei lavori, fra gli altri, Valentina Aprea, sottosegretario al Miur, il quale ha annunciato che "nelle prossime settimane presenteremo il decreto attuativo della riforma del secondo ciclo: un provvedimento che farà chiarezza sull’autonomia scolastica". Aprea ha auspicato, inoltre, che nell’articolo 5 della bozza di riforma della secondaria venga inserita "la possibilità per le singole scuole di istituire autonomamente l’elenco dei docenti da chiamare. La maggioranza parlamentare dovrà dire qualcosa sul problema degli organici dei docenti: non è possibile – ha concluso il Sottosegretario – che anche in futuro continui ancora l’amministrazione centrale a stabilire i docenti da assegnare alle scuole sulla base delle graduatorie permanenti".
Durante il seminario l’onorevole Paolo Santulli ha parlato di "retribuzione basata sul merito, di un diverso tipo di reclutamento e di una valutazione dell’efficacia di una prestazione professionale". La senatrice Maria Chiara Acciarini ha riflettuto su "cosa significa essere docenti alla luce della autonomia e della nuova legge costituzionale", mentre Vittorio Campione, esperto di sistemi educativi, ha affermato che "l’Italia necessita ormai di una riforma complessiva in grado di innalzare il più possibile la professionalità dei docenti". Paola Tonna, presidente dell’Apef, Associazione professionale di insegnanti, ha su questo tema ricordato come "l’attuale stato giuridico dei docenti risalga al lontano 1974: inutile dire che si tratta di un modello fortemente centralista e padre di contratti e figure professionali che hanno prodotto davvero poco sul piano del successo formativo".
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