Rembado, nel suo comunicato, riporta quanto Matteo Renzi, segretario nazionale del Pd, scrive nel suo “Jobs Act” a proposito dei dirigenti della Pubblica amministrazione: “6. Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali”.
Proposta non condivisa da Giorgio Rembado che risponde:
“Sulla dichiarazione rilasciata da Matteo Renzi vogliamo fare una doverosa precisazione. Su 165mila dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni la grande maggioranza entra in carica per concorso. Solo qualche centinaia di dirigenti, infatti, è assunto per nomina diretta e si tratta quasi esclusivamente di dirigenti di Ministeri, Enti locali e Regioni”. “Inoltre – prosegue Rembado – è importante sottolineare come un dirigente assunto a tempo determinato possa essere maggiormente soggetto ai condizionamenti del datore di lavoro politico e quindi instaurare con esso un rapporto fiduciario. Questo certo non costituirebbe la massima garanzia per il cittadino. Ricordiamo, infatti, che la figura del dirigente pubblico rappresenta una figura di garanzia secondo il principio di imparzialità sancito dalla Costituzione. Infine, siamo assolutamente convinti che il “corso – concorso” sia lo strumento che consente di selezionare le persone più preparate per un determinato ruolo e garantirne un’adeguata formazione”.
Fra le righe anche il timore che forse Renzi possa proporre l’elezione diretta del dirigente nelle scuole da parte del collegio dei docenti e del personale, attraverso cui la carica di preside durerebbe un numero limitato di anni, evitando così il suo “strapotere”, mentre sul “corso-concorso” ad oggi, e visti i precedenti, qualche dubbio rimane.
Una considerazione tuttavia è d’uopo farla: se carica elettiva è quella del rettore magnifico e del preside di facoltà, perché lo stesso non può avvenire a scuola?
*CIDA – Manager e Alte Professionalità per l’Italia è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionaledirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. La nuova CIDA nasce formalmente il 4 luglio 2012 e tiene l’11 luglio 2012 l’Assemblea Costituente che ha eletto il Presidente e gli altri organi. CIDA – Manager e Alte Professionalità per l’Italia vuole promuovere e accrescere il dialogo, la concertazione, la partecipazione e il coinvolgimento quale interlocutore unitario del management e le alte professionalità verso istituzioni e compagini politiche e sociali. Vuole soprattutto portare il contributo dei manager e delle alte professionalità al rilancio del Paese
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