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Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012: la nuova pubblicazione Eurydice

contestualmente all’uscita del Joint Report on Education and Training 2020, il nuovo studio “Key Data on Education in Europe 2012” (Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012) è stato, come in passato, realizzato in collaborazione con Eurostat sulla base dei dati forniti dalle unità nazionali della rete Eurydice e da quelli tratti dall’indagine internazionale PISA 2009.
Questa ottava edizione del Rapporto presenta i dati di tendenza nel settore dell’istruzione e della formazione a partire dal 2000, anno di inizio della strategia di Lisbona per promuovere la crescita in Europa.
La relazione fornisce indicatori quantitativi e qualitativi standardizzati e facilmente confrontabili che offrono una un’ampia panoramica dell’organizzazione e del funzionamento dei sistemi educativi europei.
Nello specifico, vengono esaminate le aree di particolare importanza per la cooperazione europea, come ad esempio la partecipazione alla scuola dell’obbligo, il conseguimento dell’istruzione terziaria e la transizione al mercato del lavoro, gli investimenti in istruzione e la garanzia della qualità. In pratica, il rapporto fornisce una panoramica dei modi in cui i singoli paesi rispondono alle sfide comuni in materia di istruzione.
I 95 indicatori del rapporto si riferiscono nel dettaglio ai seguenti argomenti: contesto demografico, strutture educative, partecipazione, risorse, insegnanti e personale dirigente, processi educativi e livelli di qualifica e transizione al mondo del lavoro.
Tendenza comune in quasi tutti i sistemi educativi d’Europa è il prolungamento dell’istruzione obbligatoria, nell’ottica generale della riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce e, in alcuni casi, per assicurare a tutti gli studenti il possesso di un certificato dell’istruzione di base.
La qualità dell’istruzione rappresenta un elemento fondamentale per l’UE e per “misurarla” si ricorre sempre più alla valutazione delle scuole o degli insegnanti e del sistema di istruzione. In molti Paesi la valutazione è esterna da parte dell’ispettorato oppure si basa sui dati relativi alla performance degli studenti, cioè sui risultati degli studenti nelle valutazioni nazionali o nelle valutazioni dei docenti o sui dati relativi alla progressione degli studenti a scuola.
E infine un tasto dolente: gli stipendi degli insegnanti. Nell’ultimo decennio, in tutti i paesi europei le autorità educative hanno previsto aumenti, in alcuni casi addirittura superiore al 40%. Tuttavia, l’incremento assoluto dei salari non è per così dire “reale”, perché nel frattempo è aumentato anche il costo della vita.
In un ampio gruppo di Paesi, tra cui Regno Unito (Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord), un considerevole sforzo è stato fatto per mantenere gli stipendi degli insegnanti almeno al livello del 2009. Tre Paesi, invece, che non hanno adeguato gli stipendi degli insegnanti al livello del 2009: Bulgaria, Italia e Islanda.
 
Lara La Gatta

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