Attualità

Cina, l’emergenza pandemica infinita: impatto su educazione e scuola

La moltiplicazione dei casi da COVID-19, nonostante le severe disposizioni e misure di contenimento adottate dal Ministero della Salute, sta preoccupando le autorità cinesi ed internazionali, convinte che la strategia di eradicazione fosse utile al fine di limitare – o eliminare – al massimo i casi di positività. Al momento in Cina, dallo scorso dicembre, si registrano 16 decessi causati direttamente dalla contrazione del Sars-CoV-2. Le linee guida adottate internamente per la definizione dei decessi, secondo le recenti dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non sono affidabili presso il territorio cinese: non si è a conoscenza se le morti siano dovute a casi isolati o al fallimento diretto della gestione dei contai con direzione “zero casi”. 

La Cina ha già interrotto i test di massa e sta registrando solo casi positivi negli ospedali dedicati all’emergenza e nelle cliniche dove il paziente presenta sintomi riconducibili a COVID-19. I casi asintomatici e i risultati positivi dei kit distribuiti a livello domiciliari non sono registrati nei dati. Attualmente il conteggio ufficiale registra solo circa 5.000 casi al giorno. Il peso sulle strutture sanitarie non è conosciuto, ma molte scuole nel paese si sono preparate alla chiusura generalizzare per ovviare contagi.

Ritorna la DAD presso le scuole locali. Il caso della metropoli di Shanghai

La realtà metropolitana più vasta e popolata della Repubblica Popolare, Shanghai, sta accusando migliaia di casi di COVID-19 al giorno; le autorità locali hanno imposto la didattica a Distanza al fine di ovviare l’innalzamento generale della curva. Anche gli asili nido e i centri per l’infanzia chiuderanno da lunedì, secondo l’ufficio dell’istruzione di Shanghai. Le restrizioni sono state allentate dalle autorità cinesi all’inizio di questo mese a seguito di un’ondata di proteste ostili alla strategia “COVID zero” adottata dalle autorità. In una dichiarazione pubblicata la seconda settimana di dicembre sul social media cinese WeChat, l’ufficio dell’istruzione locale ha annunciato che la maggior parte delle classi passerà all’apprendimento a distanza dalla settimana seguente alla dichiarazione.

Studenti e bambini senza alternativa assistenza o soluzione all’apprendimento da remoto possono richiedere ufficialmente di frequentare gli istituti scolastici con il docente, impegnandosi a rispettare severe restrizioni in aula. La dichiarazione afferma che le misure sono state messe in atto per proteggere la salute di insegnanti e studenti in linea con le attuali misure di prevenzione del coronavirus, assai rigide rispetto a quelle in vigore in Europa e presso le altre realtà del sud-est asiatico. 

Cosa accade in Europa? Riunione UE per gestire arrivi dalla Cina

L’UE cerca all’unisono di gestire gli arrivi dalla RP Cinese riunendosi in seduta straordinaria in Commissione con consulto di esperti su come prevenire eventuali e tragiche ondate. Nel mentre le autorità cinesi, capeggiate dal Segretario del Partito Comunista Xi Jinping, sostengono che il Paese è “ancora in un momento difficile”, ma che si intravede “la luce della speranza”. Nel Belpaese, secondo il bollettino settimanale 23-29 dicembre, i casi di positività tornano a scendere, lo stesso vale per i decessi. Le autorità nazionali italiane aggiornano la Circolare relativa al rischio sanitario sostenendo che “sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza”. Israele ed USA hanno imposto tamponi per gli arrivi dalla Cina. 

Andrea Maggi

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