Cinque in condotta a chi ha partecipato alle occupazioni. La scuola deve educare o punire?
Questa è la domanda che pone Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, denunciando su Facebook le conseguenze in cui sarebbero occorsi alcuni ragazzi a seguito delle occupazioni del dicembre scorso al Liceo Cavour di Roma.
“Lo scorso dicembre ho volentieri partecipato alle attività dell’occupazione del Liceo Cavour di Roma a cui i ragazzi mi avevano invitato. Ho trovato ragazze e ragazzi interessati e curiosi alle questioni del mondo, dal lavoro alla crisi climatica, dalla giustizia sociale ai diritti civili” ha scritto Fratoianni sul Social.
E ha continuato: “Mi ha scritto la nonna di uno di quei ragazzi, raccontandomi che i partecipanti all’occupazione hanno ricevuto un cinque in condotta nel primo trimestre, accompagnato da una nota in cui si parla di “gravissime mancanze”, “inosservanza delle norme che regolano la civile convivenza” e così via. So che non è un caso isolato e che molte scuole si sono mosse per punire ragazzi e ragazze“.
Il segretario di SI non manca di criticare l’attuale Ministro: “D’altra parte se il modello è un ministro come Valditara che denuncia penalmente studenti delle superiori per un volantino, cosa possiamo aspettarci?“
“Se i ragazzi occupano per parlare di diritti e cambiamento climatico – conclude Fratorianni – vuol dire che a scuola non se ne parla abbastanza. Punire chi si impegna, senza aprire un dialogo, è un visione miope e autoritaria. Non serve ai ragazzi e non serve per avvicinare le istituzioni agli studenti. Una scuola sorda, che va avanti a colpi di provvedimenti disciplinari, non va da nessuna parte“.
Tra i molti commenti di chi appoggia le azioni dei ragazzi e sostiene l’importanza delle occupazioni come momento di denuncia, riflessione e condivisione (“Ci vorrebbero tutte pecorelle smarrite. Ragazzi bamboccioni…e poi, quando un po’ di coscienza politica ci mostra ciò che tanti cosiddetti “adulti”non sanno neanche cosa sia, 5 in condotta“), c’è chi però difende la scuola: “Non bisogna strumentalizzare questo episodio per farne un discorso di natura politica. – scrive un’utente sotto il post di Fratoianni – Ci sono modi e modi per approfondire tematiche sociali nelle scuole, lo sappiamo tutti. Qui si parla semplicemente di un regolamento di istituto applicato ad un’interruzione (non autorizzata) di pubblico servizio, quale di fatto è stata. Scuola ‘”pubblica” appunto. Tutto qua“.
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