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Cinque miliardi per i contratti? La Cgil non si fida e chiede al ministro della PA di scoprire le carte

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I 5 miliardi stanziati dal Governo per i contratti pubblici (7 se si contano Anche quelli per la Sanità) sono del tutto insufficienti: lo dichiara Serena Sorrentino, segretaria generale di Cgil-Funzione pubblica.
“Leggiamo entusiastici annunci sulle cifre che sarebbero messe a bilancio sul rinnovo del CCNL 22/24” afferma Sorrentino che subito aggiunge: “Peccato che le formulazioni bizantine non chiariscano alcuni punti essenziali. Primo: che succede all’emolumento accessorio della retribuzione erogato nel 2023? Se il governo non stabilizza quelle cifre ai lavoratori stiamo togliendo qualcosa dalle buste paga”.
“E poi – insiste la segretaria generale – quanto vale il CCNL del settore pubblico? Sentiamo parlare di 3 miliardi per il settore dello Stato (funzioni centrali, sicurezza e soccorso, istruzione e ricerca), 2 miliardi per la rivalutazione dell’emolumento accessorio (già in godimento per i lavoratori), 2 miliardi sul Fondo sanitario per il contratto della sanità e 500 milioni che erano già appostati nel 2022 per l’IVC (Indennità di Vacanza contrattuale)”.
La verità, secondo Sorrentino, sarebbe ben diversa perché “siamo molto lontani dal recupero dell’inflazione” e “non siamo in condizione di dare risposte alla valorizzazione del lavoro pubblico perché le retribuzioni rimarranno basse”.
Conclude Sorrentino: “Aspettiamo quindi che il 19 ottobre il Ministro Zangrillo dettagli cosa di concreto si può tradurre da quello che ci sarà scritto nella legge di bilancio e, se confermato il quadro attuale, la mobilitazione non potrà che essere intensificata, auspichiamo nel confronto con tutte le altre organizzazioni sindacali, nel rapporto con le lavoratrici e lavoratori ma anche verso i cittadini che vedono sempre meno servizi pubblici e sempre più costi privati”.