Tornano a protestare i precari della scuola attraverso l’adozione di iniziative plateali: dopo alcune settimane di “stanca” del moto di contestazione, contro tagli e mancate assunzioni sui posti vacanti, il 30 novembre cinque supplenti palermitani, appartenenti al personale Ata, hanno iniziato lo sciopero dalla fame davanti al palazzo della Regione.
E visto che non è più estate, i cinque lavoratori non di ruolo si sono sistemati all’interno di una tenda. Da lì intendono muoversi solo per incontrare il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, con cui discutere i motivi che hanno portato la Giunta regionale ad accordare solo 1.800 contratti di disponibilità a fronte di oltre 7.000 precari che quest’anno sono rimasti senza lavoro ed in attesa di una chiamata dai presidi.
La non facile scelta dello sciopero della fame è giunta durante una sentita assemblea nazionale dei precari della scuola, svolta domenica 29 novembre all’Università del capoluogo siciliano. In quella sede i precari hanno analizzato il regolamento di accesso ai contratti di disponibilità e la disponibilità offerta dala Regione: in tanti, tra cui i cinque che stanno manifestando in digiuno (Calogero Fantauzzo, Giovanni Bologna, Agata Calcavecchia, Pietro Di Grusa e Pietro Prester), hanno capito che per loro quest’anno se non incorrerà un colpo di fortuna sarà davvero dura lavorare. Ed anche accedere agli ammortizzatori.
Da qui è scaturita la protesta. Che forse per alcuni si potrebbe rivelare eccessiva: sembra, infatti, che tra i promotori dello sciopero vi sia un precario con dei problemi di salute.
“La preoccupazione– ha detto Mila Spicola, responsabile scuola del Pd a Palermo – si somma alla considerazione dell’assenza totale di azioni prese dall’attuale governo regionale di Lombardo, impegnato a contrastare le sue crisi interne, piuttosto che le crisi drammatiche che investono la nostra Regione, a contrasto dei tagli provocati dalle leggi Gelmini. Anzi, ai tagli nazionali si sono sommati, (oltre il danno la beffa), recenti tagli regionali che investono il comparto scuola e che si sommano alle inadempienze croniche degli enti locali“.
La protesta dei precari di Palermo giunge a pochi giorni dalla manifestazione di Roma con la Flc-Cgil. Su cui continua ad aleggiare la fondata possibilità di svolgimento della manifestazione in contemporanea del Pd. Dopo la richiesta di chiarimenti del Coordinamento precari scuola è giunta la risposta del primo partito d’opposizione. Che attraverso una dettagliata risposta dell’on. Giovanni Bachelet a Brunello Arborio, del Cps, è ha giustificato la sovrapposizione con il “passaggio delle consegne” tra vecchio e nuovo Pd: questa situazione avrebbe “assorbito gran parte delle energie e non sono mancate confusione e distrazioni anche molto gravi, come quella che ci ha fatto annunciare lunedí scorso le nostre due giornate di mobilitazione per l’11 e 12 dicembre. Purtroppo nessuno di noi si è accorto in tempo della coincidenza di una delle due date, venerdí 11 dicembre, con lo sciopero generale della scuola indetto da Flc Cgil, Coordinamento precari scuola, Usi-Ait e Sisa“.
Cosa accadrà ora? Bachelet fotografa la situazione che si è venuta a creare come un “guaio“ da “aggiustare insieme“. E poi aggiunge: “il problema è ora nelle mani di Bersani. A me sembra difficile che il Pd possa rimangiarsi la data ma spero che il segretario ci sorprenda e ci tiri fuori da questo sfortunato impasse con qualche idea intelligente. Non accorgersi in tempo di questa coincidenza è stata certamente, da parte nostra, un’imprudenza molto grave; fra la vostra piattaforma e la nostra ci sarà forse pure qualche legittima differenza; pensare però che il Pd abbia fatto apposta a sovrapporsi alla data del vostro sciopero mi pare una cattiveria surreale“.