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Cinque punti per rilanciare la scuola: appello al futuro ministro dell’Istruzione

La maggioranza degli italiani ha espresso il 4 marzo scorso, un voto inequivocabile contro il renzismo e le sue politiche neoliberiste e aziendaliste, mostrando insofferenza e disgusto verso il governo renziloni servo dell’ establishment europeo delle banche e degli speculatori finanziari senza scrupoli,che hanno messo in ginocchio il nostro paese badando solo ai loro interessi economici.

Tra questi milioni di persone che hanno votato contro il renzismo fallimentare, ci sono anche tanti docenti intelligenti di ogni ordine e grado che hanno osteggiato  sul nascere la schifosa,penosa e oscena legge cosiddetta buona scuola 107/15.

Il prossimo imminente Ministro dell’istruzione deve fin da subito dichiarare,  senza mostrare esitazioni o dubbi, di volere abolire la legge  scriteriata 107/15 e porre urgente rimedio a tutte le nefandezze e  le ingiustizie che simile legge 107 ha generato.

I suggerimenti che vogliamo e dobbiamo dare al neo Ministro sono i seguenti: è necessario cambiare tutto l’apparato normativo-giuridico ormai obsoleto della scuola pubblica italiana, ecco i provvedimenti più urgenti: abolire la chiamata diretta; abolire il bonus merito; abolire gli ambiti territoriali;

abolire l’alternanza scuola lavoro almeno per i licei; ridefinire dal punto di vista normativo le ore di potenziamento da non intendersi assolutamente come ore di babysitteraggio-sostituzioni in classi dove non si insegna la propria disciplina; abolizione delle classi pollaio e ridefinire  il numero legale di 20 alunni per classi;

ridisegnare un nuovo profilo-status giuridico del docente con connotazioni simili al docente universitario che lo de-responsabilizzano da mansioni che non sono di sua pertinenza; separare il Ministero dell’Istruzione da quello dell’Università in quanto hanno obiettivi differenti e regolamentare e ridfinire le modalità per la carriera universitaria  e soprattutto il ruolo del docente universitario con funzioni precise e leggi severe e trasparenti che ne regolano la didattica; istituire in ogni scuola di ogni ordine e grado  una Commissione di psicologi, educatori e probiviri che  ogni sei mesi per legge devono sottoporre obbligatoriamente tutti i docenti a test e colloqui di valutazione per stabilire se persiste l’idoneità all’insegnamento o se è venuta meno previo allontanamento dall’istituzione scolastica del docente non idoneo e destinarlo ad altre mansioni e nei casi più gravi alla destituzione;

autonomia totale della scuola pubblica nelle scelte didattiche ed elaborazione di un orario di insegnamento curriculare flessibile e a scelta dello studente;

le ferie devono essere godute durante tutto l’arco dell’anno e non solo ad agosto;

abolire i progetti inutili e destinare per legge a ogni scuola un esiguo monte ore annuale per i progetti e dare priorità alla didattica curriculare;

rinnovo del contratto e adeguare gli stipendi al costo della vita e all’inflazione ogni due anni.

Se il prossimo Ministro sarà in grado di iniziare a fare tutte queste cose, allora possiamo sperare davvero in un cambiamento radicale della scuola pubblica italiana altrimenti mediocrità e ignoranza regneranno ancora sovrane nella scuola pubblica italiana  con grave  danno per le generazioni future.

Michele Orabona

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