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Ciò che conta è la meraviglia

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“Quel che chiamate spirito dei tempi è in sostanza lo spirito degli uomini nei quali i tempi si rispecchiano.” (tratto dal Faust di J.W. Goethe).
Noi siamo la totalità dello spirito che arriva dai nostri padri, nonni, avi, uomini storici e preistorici che ci hanno preceduti. Per questo motivo, nel corso dei millenni, tanti uomini hanno inventato, hanno costruito, hanno scritto, hanno espresso nell’arte e nella scienza, il loro pensiero che, anch’esso, veniva da lontano. Cosa ci rimane da fare se non cercare di capire come stiamo vivendo questa nostra vita?
Quello che è veramente grande da ottenere nella vita non è il successo, perché il successo arriva se tutte le cose si mettono in fila con tanto sacrificio e anche con un pizzico di fortuna.
Quello che dobbiamo ottenere, ed è più complicato, è comprendere che la vita è coscienza di se stessi, è comprensione di quanto è stato fatto prima di noi, è accettazione di quanto avviene intorno a noi, è consapevolezza della nostra stessa follia di vivere un lasso di tempo che finirà.
La vita è il dubbio imperativo su tutto quello che vediamo e che non esiste veramente fuori di noi o senza di noi, perché, prima di tutto, è dentro di noi.
Sembra strano ciò che dico, ma cercherò di raccontare cosa ci accade attraverso il “Mito della caverna” di Platone. Le immagini che l’uomo vedeva riflesse sullo sfondo della caverna erano, appunto, solo immagini, ma lui le credeva reali. Invece la vita reale era fuori dalla caverna e dentro arrivavano solo le ombre. Pensiamo a quando ci guardiamo in uno specchio e vediamo la nostra immagine, guardiamo il viso, i capelli, come siamo vestiti, ma se, per un caso o per disgrazia, non ci ricordassimo chi siamo non sapremmo null’altro su quell’immagine riflessa.
Allora, se non possiamo fidarci dell’esteriorità, da cosa possiamo riconoscere lo spirito/anima di una persona?
Lo sguardo è molto importante ed è una delle possibilità reali per arrivare alla conoscenza.
Ci sono sguardi sorridenti, sguardi profondi o superficiali, sguardi d’amore, sguardi di odio, sguardi di tristezza, sguardi di rassegnazione ..…lo sguardo, insomma, è quello che più spesso esprime tutte le nostre emozioni allo stato puro. Perfino quando vogliamo nascondere qualcosa il nostro sguardo ci può tradire.
Tutto quello che facciamo, tutta la scienza del mondo, l’economia, la meccanica quantistica e ogni altra cosa che hanno fatto gli Umani, tutto è nato dall’osservazione della potenza della Natura. Qualunque teoria sia stata o sarà elaborata viene dal mondo che ci circonda, dalla sua contingenza, da quella parte di mondo che ci ha colpito, dalla “follia”, che ci viene in testa, di poter cambiare le cose inventando teorie o spiegandole meglio di altri.
Il filosofo e psicologo Carl Gustav Jung elaborò una teoria in cui affermava che il tempo presente è sempre contrapposto allo spirito del passato, per conseguenza la “psicologia del profondo” rimane indipendente dalla vita contingente.
Dunque noi viviamo nel presente ma “sentiamo” di avere tutto il passato dentro di noi, non ci resta che richiamarlo e utilizzarlo.
La nascita della società di massa, secondo Jung, portò le persone a concentrarsi in modo quasi esclusivo sullo spirito del tempo presente e, questo, ha reso gli esseri umani superficiali e angosciati per sempre. Angosciati, quando e perché, non riescono mai a raggiungere la perfetta parità con i modelli che si prefiggono e che reputano, anche se in segreto, migliori di loro. Superficiali perché “la massa” non si interroga ma agisce soltanto.
Da quel momento la società si divise per sempre in forti e deboli, ma era una società nuova, giovane, una società che, avendo in sè lo spirito del passato, non seppe capovolgere il presente e i forti divennero individualisti.
L’individualista ha bisogno di altri individualisti che siano pronti ad accettare un capo individualista come loro. Chiedo scusa per il gioco di parole ma se usassimo la parola “egoista” qualcuno potrebbe offendersi, nonostante sappia benissimo di esserlo.
“Nella vita non fare mai quello che fanno gli altri” dice la nonna sul letto di morte al nipote nell’opera di Georges Ivanovic Gurdjieff : -Incontri con uomini straordinari-
Nella sostanza quella nonna si augurava che il nipote non seguisse, come una pecora, qualche cattivo personaggio. Dunque, nella vita è importante pensare con la propria testa tenendo conto del proprio retaggio che viene dal passato (la nonna è il passato).
Ho scritto tutto questo solo per INVITARE TUTTI a guardare “oltre” la foto di queste due bimbe che vi presento. Lo sguardo di queste due, piccole donne in miniatura, ha colpito il mio sguardo e sono giorni che le guardo.
Perdonate ancora il mio gioco di parole, ma in questa foto c’è il passato primordiale di tutti noi, però c’è anche il nostro futuro, c’è tutto quello che ci deve meravigliare, perché la vita è meravigliosa, c’è tutto quello che la vita ci può riservare di veramente bello e fantastico.
Meravigliamoci di noi stessi e andiamo avanti, ciò che conta è sforzarsi di riuscirci.
In questa foto c’è tutta la nostra Storia e poi ci sono l’Infinito, la Speranza, la Saggezza, la Dolcezza, la Grandezza della Creazione del Mondo e anche la nostra piccolezza, il nostro minuscolo mondo pieno di confini, la vita di tutti noi esseri umani, ancora giovani e fanciulli rispetto all’Umanità futura.

Carmela Blandini