Il circle-time è una metodologia educativa e didattica che si attua con la disposizione a cerchio dei componenti, così che ciascuno possa avere l’attenzione di tutti.
Tale metodo stimola l’inclusione, elimina le disparità tra alunni e insegnante poiché esso farà parte del cerchio e sarà allo stesso livello degli alunni, favorisce le competenze individuali valorizzando le potenzialità e le diversità di ciascun alunno.
Fornisce un momento per ascoltare, sviluppare l’attenzione, promuovere la comunicazione orale e apprendere nuovi concetti e abilità. Ideato durante gli anni Settanta nell’ambito della psicologica umanistica, è già stato adottato da molte scuole italiane e viene generalmente utilizzato per i bambini di età compresa tra i 2 e gli 11 anni.
Si tratta di uno scambio democratico poiché insegnante ed alunni sono messi sullo stesso piano, si confrontano alla pari. Questo è un metodo di lavoro introdotto a scuola di recente, ma già ampiamente collaudato dalla psicologia umanistica negli anni ’70 ed ancor prima – benché in modo spontaneo e non scientifico – dai gruppi scout e all’interno di alcune colonie. Il primo passo è quello di spostare con gli alunni i banchi della classe per fare un cerchio di sedie e invitate i bambini a prendere posto.
Usare un qualsiasi altro oggetto che possa fungere da “testimone”: solo chi ce l’avrà in mano potrà parlare. In questo modo si eviterà la sovrapposizione di voci.
In questo “cerchio della condivisione” non si deve studiare niente di specifico, ma imparare gli uni dagli altri e utilizzare il tempo per risolvere problemi, per migliorare il clima della classe, per raccogliere idee e proposte interessanti. Il tutto in un clima di ascolto reciproco.
Le regole sono: parla solo chi ha in mano l’oggetto-testimone, cercando di stare in tema.