L’introduzione delle nuove norme che regolano la scuola primaria del prossimo anno diventerà presto argomento di discussione in aule di Tribunale a livello regionale: la Flc-Cgil ha infatti deciso di far partire l’iter per la notifica di impugnazione, al Tar del Lazio, della Circolare Ministeriale n. 4 del 2009 sulle iscrizioni. Ed il sindacato, oramai in rotta di collisione con Governo e Miur, ed ai ferri corti con le organizzazioni sindacali sino a pochi mesi fa alleate, è pronto a fare la stessa cosa, ricorso per illegittimità, non appena verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale il Piano programmatico per la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali (un atto praticamente imminente visto che la Legge 133 stabiliva la sua messa a punto definitiva da parte del Ministro entro 45 giorni dall’entrata in vigore della stessa).
Su quest’ultimo, il regolamento attuativo, parallelamente al sindacato di via Leopoldo Serra hanno deciso di fare ricorso al Tar, sempre laziale, anche un gruppo di genitori, insegnanti ed associazioni. Il punto su cui punteranno il dito gli avvocati del pool di associazioni ed “attori” del mondo scolastico, contiene rilievi di costituzionalità rispetto all’articolo 64 della legge 133 del 2008.
Per i legali che hanno studiato le carte, sembra che le novità introdotte (soprattutto le 40 ore con le compresenze ed i nuovi criteri predisposti per la valutazione, specie della condotta, degli alunni) non poggino su un terreno normativo valido: “si dà il caso che la Circolare n. 4 del 2009 sulle iscrizioni – dice il segretario del comparto Conoscenza della Cgil – sia un atto applicativo di atti allo stato inesistenti perché ancora in corso di approvazione e, pertanto, non può avere efficacia vincolante: le indicazioni contenute nella circolare non possono essere considerate vincolanti né per le scuole né per i genitori. Pertanto – conclude Pantaleo – occorre attenersi alle normative vigenti e a confermare da parte delle scuole il Pof approvato nei mesi scorsi”.
Quel piano è “illegittimo”, denunciano anche il Coordinamento genitori democratici, il Centro di iniziativa democratica degli insegnanti (Cidi) e il 126mo Circolo didattico di Roma: nella loro battaglia, condotta nei mesi scorsi soprattutto in piazza, il gruppo anti-Gelmini ha l’appoggio anche del Pd (in particolare del Ministro ombra Maria Pia Garavaglia, e degli on. Maria Coscia e Manuela Ghizzoni).
Quest’ultima, che è anche capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, ha spiegato che “i regolamenti ancora in attesa di definitiva approvazione, così come la circolare, che ha modificato l’organizzazione didattica anche per le classi successive alla prima elementare, abolendo le compresenza stanno buttando nella più grave incertezza le famiglie e le scuole. Speriamo – ha concluso Ghizzoni – che il ricorso abbia un esito positivo per fermare l’attacco alla scuola pubblica messa in campo dal Governo di centrodestra”.
Molto severa anche Maria Sofia Toselli Presidente del Cidi, secondo cui “dobbiamo fare qualcosa in concreto per fermare tutto ciò che sta scardinando dalle fondamenta il sistema dell’istruzione pubblica nazionale, per fermare – ha detto Toselli – le nefandezze che stanno piovendo sulla scuola pubblica”.
Ma quante possibilità ci sono che le impugnazioni vengano accolte? Difficile fare previsioni: al momento l’unica cosa certa è che le famiglie si troveranno a scegliere il futuro per il prossimo anno in una situazione priva di riferimenti sicuri e di tensioni di cui loro, ma ancora prima i destinatari della formazione, gli studenti, non sentivano davvero il bisogno.
Ma quante possibilità ci sono che le impugnazioni vengano accolte? Difficile fare previsioni: al momento l’unica cosa certa è che le famiglie si troveranno a scegliere il futuro per il prossimo anno in una situazione priva di riferimenti sicuri e di tensioni di cui loro, ma ancora prima i destinatari della formazione, gli studenti, non sentivano davvero il bisogno.