Circolare organici: bisogna rispettare quota 2011/12, una vergogna senza fine!
34.000 alunni in più per il prossimo anno scolastico 2014/2015 forse potrebbero essere 50.000, ma i posti di organico, le cattedre, le classi restano sempre quelle, anzi diminuiscono, soprattutto al Sud, nelle are depresse del Paese in quelle dove l’investimento educativo dovrebbe essere più attento e rispettoso delle realtà locali.
Ministro Giannini, bisogna abolire una legge assurda per la scuola italiana,fatta contro gli studenti e le loro famiglie, una legge che ha un nome e un cognome, è la legge n. 111 del 15/7/2011. Un capolavoro di razionalizzazione della spesa, che tranne che per la scuola dell’infanzia, ha previsto che qualsiasi, dico qualsiasi sia il numero degli alunni nelle scuole dei paesi e delle città italiane, gli organici, i professori, i maestri devono rimanere, sempre i medesimi quelli censiti nel 2011/2012, perché per i teorici bocconiani della revisione della spesa, per loro, l’istruzione è una spesa e basta, e quindi hanno stabilito che gli orologi si debbano fermare e debbano necessariamente restare fermi a quella data, 1/9/2012.
Un organico che ogni anno, anche se i solerti burocrati, acrobati di parole vuote, lo scrivono ogni anno nelle loro circolari, non tiene conto delle risorse necessarie, delle arre di disagio locale, la Sicilia perde posti come altre regioni del Sud, per loro la precarietà, il disagio, il bisogno vero, può anche esistere, ma non deve sforare la quota 2011/2012, come la famosa quota 90 di mussoliniana memoria, eravamo nell’Italia degli anni Venti.
Un’ultima nota tecnica me la dovete concedere, negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, quelli composti da diversi istituti di diverso ordine, turistico, geometra, ragionieri, la burocrazia ministeriale e sindacale non sono riuscite, neppure questa volta a creare un organico unico come sarebbe stato nella logica, ma si sa che la burocrazia è nata per creare problemi ai cittadini, insegnanti soprannumerari nel caso di specie, non sapevamo che a questo nobile fine fosse ora anche vocata quella sindacale.