È parere diffuso, tra intellettuali e professori, che dare un eccesso di potere ai dirigenti scolastici sia profondamente sbagliato. Per quanto si sente dire in giro nelle varie scuole, l’altissima adesione prevista allo sciopero del prossimo 5 maggio, è dovuta principalmente per le norme che consentirebbero ad una sola persona, cioè il dirigente scolastico, di decidere del bene e del male degli insegnanti.
Infatti il disegno di legge della scuola si basa sulla figura del DS che dovrebbe assumere un ruolo centrale per la determinazione del fabbisogno e della migliore offerta formativa dell’istituzione scolastica e la sua funzione dovrebbe essere rafforzata, al fine di garantire una gestione immediata ed efficiente delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali a disposizione.
Una scuola che diventerebbe verticistica, dove sarebbe una sola persona a decidere, scegliere e valutare, mentre gli organi collegiali verrebbero ridotti ad assemblee a cui dare semplici e rapide informazioni. Non è difficile comprendere, a meno che non ci si chiami Renzi, Faraone, Puglisi o Giannini, comprendere i motivi di uno sciopero che sta muovendo le coscienze della quasi totalità deg(li insegnanti.
Da quanto si sente nell’aria, questa volta sciopereranno anche quei prof che, per rispetto e reverenza del proprio preside, non lo hanno mai fatto. In alcuni casi sono anche gli stessi presidi, con molta onestà intellettuale, a comprendere le giuste motivazioni della mobilitazione. Ma poi basterebbe avere un po’ di buon senso, per capire che dare potere assoluto a certi presidi è veramente un atto scellerato. Basterebbe leggere delle circolari di alcuni dirigenti scolastici o ascoltare racconti di presidi con la sindrome del delirio dell’onnipotenza, per comprendere bene il problema di questo rafforzamento di poteri.
Leggiamo circolari stravaganti di dirigenti scolastici, che scrivono passaggi del tipo: “per la festività del 1° Maggio, per decisione del consiglio di istituto le lezioni sono sospese da venerdì 1° Maggio a Domenica 3 maggio. Le lezioni riprenderanno quindi Lunedì 4 Maggio 2015”; (se poi si precisa che in tale scuola vige la settimana corta non si comprende davvero il significato della circolare stessa; ma poi: ci vuole una delibera del consiglio di istituto per sospendere le lezioni il 1° maggio?).
Altra scuola e altra circolare del Ds: “i docenti che entrano dopo la prima ora di lezione, dovranno attendere 5 minuti prima del suono della campanella davanti la porta della classe in cui devono svolgere la lezione”.
Addirittura ci sono dirigenti scolastici che attraverso circolare scrivono: “che è fatto divieto agli insegnanti che non sono in servizio entrare a scuola, sostare nella sala insegnanti e parlare con i colleghi che invece sono impegnati con le lezioni in classe o in laboratorio”.
Per non parlare di quelle circolari, dove alcuni Ds invitano le famiglie, come se fosse un obbligo, a versare sul conto corrente della scuola un contributo di 120 euro per avere alcuni servizi “aggiuntivi”, come ad esempio la consegna dei libretti giustificazione, le pagelle e altri stampati; assicurazione; partecipazione a gare e concorsi a livello nazionale; contributi visite guidate e/o viaggi di istruzione. Se poi un insegnante fa rilevare alcune di queste stravaganze, come per altro è capitato in qualche caso, si assiste anche al delirio di onnipotenza del Ds, che sostiene: “questa è la MIA scuola, ed IO sono il suo Preside”. E poi ci chiediamo perché il 5 maggio le scuole rischiano seriamente di restare vuote? Forse qualcuno, che è anche pagato per riflettere e fare buone leggi, dovrebbe riflettere di più e cercare di comprendere meglio.
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